“Tutti i target e milestone di competenza del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, fissati dalla Commissione europea per il Pnrr al 31 dicembre 2022 e l’interim step previsto per il 31 marzo 2023, sono stati raggiunti”. Così il Ministro Francesco Lollobrigida, durante la prima riunione del Tavolo del Partenariato sullo stato attuazione del Pnrr riunita al Masaf.
Gli interventi – specifica lo stesso Ministero in una nota ufficiale – ammontano complessivamente a 3,68 miliardi di euro, che arrivano a 4,88 miliardi di euro se si aggiunge anche il Piano nazionale complementare (Pnc). E ancora, va considerato che fino a oggi sono stati pubblicati bandi per oltre 3 miliardi di euro e sono stati individuati migliaia di soggetti beneficiari.
Archiviata dunque positivamente questa prima fase, il Ministro non ha però mancato di sottolineare come sia oggi necessario un cambio di passo per usare al meglio le risorse disponibili: “La pianificazione che fu fatta all’epoca, prima dello scoppio della guerra in Ucraina – afferma Lollobrigida – ha criticità oggettive che sono state rilevate anche al Tavolo e che stiamo tentando di risolvere”.
Nei prossimi mesi saranno quindi emanati nuovi bandi che conterranno diverse modifiche apportate venendo incontro alle esigenze avanzate dagli operatori del settore e che interesseranno il Parco Agrisolare, l’Innovazione e Meccanizzazione – Frantoi e l’Innovazione e Meccanizzazione – Macchine.
Ma questo impegno potrebbe non esser sufficiente. Questa almeno è la posizione espressa da Coldiretti che ha chiesto al Ministro e ai rappresentati del Tavolo “di raddoppiare i fondi per l’agroalimentare che si è dimostrato capace di assorbire le risorse di chi non riesce a spendere come dimostrano le domande presentate dalle nostre imprese sui bandi aperti, dalle filiere alle energie fino alla logistica”.
Coldiretti propone quindi di investire su tre grandi assi. Il primo riguarda i contratti di filiera e la logistica, un punto quest’ultimo sul quale è necessario lavorare molto, per “colmare il gap che frena ancora il nostro potenziale di export”. Sotto la lente ci sono poi innovazione e sostenibilità: per Coldiretti occorre infatti “intervenire per contrastare gli effetti del cambiamento climatico realizzando, come proposto insieme all’Anbi, il Piano invasi per costruire bacini di accumulo idrico nel Paese, così da contrastare la siccità, dare acqua alle famiglie e agli agricoltori, produrre energia”. E non è tutto. “È importante – aggiunge Coldiretti – la complementarietà tra il Pnrr e il Fondo innovazione della Legge di bilancio, che vale 225 milioni di euro. Vanno infatti sostenuti gli investimenti per l’innovazione anche verso i piccoli agricoltori che aiutino l’utilizzo di sensoristica e piattaforme di agricoltura e irrigazione di precisione, in grado di rispondere anche all’adattamento climatico”. Ma va detto che su questo capitolo si sono già registrati passi avanti: “Positivi – nota Coldiretti – sono stati i risultati presentati dal Masaf e in particolare le modifiche migliorative sulla misura del Parco agrisolare, che consentirà di spendere oltre 800 milioni di euro per gli impianti fotovoltaici sui tetti di stalle e cascine senza consumo di suolo”.
Infine, l’associazione accende i riflettori anche su un ultimo, nevralgico tema: “È necessario semplificare il più possibile i decreti attuativi delle diverse misure – auspica Coldiretti -, tenendo conto che è essenziale un grado di flessibilità per affrontare il continuo incremento dei costi, che rischia di essere fortemente penalizzante rispetto alle domande presentate. E in questo contesto è decisivo potenziare le strutture amministrative competenti per le diverse misure, assicurando l’efficienza e l’efficacia dell’azione della Pa affinché possano garantire risposte adeguate e in tempi certi alle imprese”.
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