Il 49% degli italiani è scettico sul Pnrr. A rivelarlo è un sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera. La percentuale più rilevante del campione preso in considerazione si suddivide tra coloro che hanno poca fiducia (36%) e coloro che non hanno nessuna fiducia (13%) nei confronti della possibilità che le risorse saranno efficaci nei prossimi anni per risolvere i problemi strutturali del Paese e dargli un rilancio economico. I più ottimisti, che hanno molta fiducia, sono soltanto il 4%, mentre un’altra parte consistente è rappresentata da coloro che hanno abbastanza fiducia (31%).



È ancora elevata la percentuale del campione che non conosce il Piano oppure non ha concretamente idea di ciò in cui consiste. Soltanto il 12% degli italiani, infatti, afferma di averne una conoscenza approfondita, mentre il 44% soltanto parziale. Il 28% ne ha sentito semplicemente parlare e il 16% ignora del tutto di cosa di tratti e, di conseguenza, preferisce non esprimersi in merito alle sue sorti.



Pnrr, scettico 49% di italiani: le sorti dei progetti

Il Pnrr, nei confronti del quale il 49% degli italiani è scettico, è articolato in una serie di progetti, investimenti e riforme suddivisi in sei diverse aree d’intervento specifiche. In merito ad esse, il campione ha le idee chiare su quelle che sono le priorità. Al primo posto c’è sicuramente la salute (citata da oltre il 50% delle persone). L’aspettativa è di avere un rafforzamento della rete territoriale di medicina e un ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio sanitario nazionale. Alle spalle ci sono la rivoluzione green e la transizione ecologica (27%) e l’istruzione e la ricerca scientifica (24%).



È da comprendere, tuttavia, quanti dei progetti contenuti nel piano saranno realizzati in modo concreto. Anche in questo caso c’è poca fiducia da parte degli italiani. Soltanto il 3% del campione ritiene che ciò accadrà per oltre il 90% degli investimenti, mentre l’11% ritiene che sarà così per quasi tutti ed il 24% per gran parte. I più (36%), al contrario, pensano che ad andare a buon fine saranno meno del 60% delle riforme.