La Gran Bretagna starebbe viaggiando a vele spiegate verso un allarme alimentare disastroso, per via degli scarsi controlli eseguiti alle frontiere sui prodotti importati dopo la Brexit. A parlarne apertamente sulle colonne del “Guardian” è stata Minette Batters, presidente della National Farmers’ Union, la quale ha accusato i ministri di “negligenza” per non aver garantito la sicurezza degli alimenti e delle altre importazioni agricole: “Stiamo assistendo a pochi check sulle importazioni provenienti dall’Ue – ha detto –. C’è il rischio della peste suina africana in Europa e non investire nelle nostre difese per mantenere la biosicurezza e la salute degli animali e delle piante credo sia una negligenza”.
Batters ha aggiunto che se si manifestasse in questo momento un allarme alimentare proveniente dall’Europa, sarebbe molto difficile rintracciarlo: “Corriamo il rischio concreto di dimenticare le lezioni del passato e non c’è nulla che possa portare il Paese a una battuta d’arresto più rapidamente di un’emergenza legata al cibo. Sarebbe tremendo e vogliamo fare tutto il possibile per evitarlo. Ma, se non si effettuano i controlli e se non si riesce a tracciare tutto, è ovvio che siamo in pericolo”.
ALLARME ALIMENTARE IN GRAN BRETAGNA? L’ESPERTA: “NOSTRI AGRICOLTORI VANNO SOSTENUTI”
Le possibilità di andare incontro a un allarme alimentare in Gran Bretagna, ha proseguito l’esperta sul “Guardian”, potrebbero crescere notevolmente nel caso in cui venissero stretti accordi commerciali con Paesi non appartenenti all’Ue e che sono già in cantiere. Infatti, presto entreranno in vigore quelli con l’Australia e la Nuova Zelanda e, potenzialmente, in futuro potrebbero esserci intese con Paesi come l’India e l’America Latina, dove gli standard alimentari sono molto diversi.
Anche l’influenza aviaria rappresenta uno spauracchio non di poco conto, dato che alcuni scienziati hanno previsto una “probabile epidemia primaverile tra gli uccelli selvatici e in visoni, lontre, foche e volpi”. Ecco perché Batters invoca aiuti governativi nei confronti degli agricoltori: se non ci fosse un sostegno sufficiente in tal senso, l’infrastruttura sociale che l’agricoltura fornisce alla campagna andrebbe persa e “alcune delle comunità più isolate e vulnerabili del Regno Unito sarebbero devastate”. Dalla crisi, ancor prima che da un eventuale allarme alimentare.