POLIAMORE, STESSI DIRITTI DELLE COPPIE: LA SENTENZA DI NEW YORK

La sentenza in arrivo da New York potrebbe rivoluzionare forse per sempre il mondo dei “diritti” introducendo anche negli ordinamenti legali il “tema” del poliamore: per una causa di sfratto il Tribunale di New York City si è schierato dalla parte delle unioni poliamorose per la prima volta nella storia. Il caso “West 49th St., LLC v. O’Neill” il giudice civile Karen May Bacdayan ha concluso che le relazioni di poliamore «hanno diritto allo stesso tipo di protezione legale data alle relazioni tra due persone». Il caso coinvolgeva infatti tre persone: Scott Anderson e Markyus O’Neill – che vivevano insieme in un appartamento di New York City – e il marito di Anderson, Robert Romano, che invece risiedeva altrove.



Dopo la morte di Anderson, il proprietario dell’abitazione ha sostenuto che O’Neil non avesse il diritto di rinnovare il contratto di locazione in quanto «membro della famiglia non tradizionale». L’avvocato del proprietario ha ribadito durante le udienze che l’auto-definizione di “membro della famiglia” sostenuto da O’Neill «è una favola». La diatriba raccontata per esteso dal New York Post ha visto il ritorno in tribunale proprio per dirimere la questione sulle unioni poliamorose, con il “lieto fine” per O’Neill e il marito di Anderson.



UNIONI POLIAMORE, LA SENTENZA CHE FA DISCUTERE

Il giudice di NY Bacdayan ha evidenziato nella sua sentenza l’importanza di un caso precedente (Braschi v. Stahl Assocs. Co., 74 NY2d 201.1989) e ha affermato inoltre che l’esistenza di una “triade” – indipendentemente da come andavano d’accordo – «non dovrebbe respingere automaticamente la richiesta di O’Neill di non sfratto». Il Tribunale civile di New York arriva dunque a “sdoganare” in un atto pubblico le unioni con poliamore aprendo potenzialmente un tema dirimente per gli anni a venire sul fronte per l’appunto dei “diritti”.



«Perché una persona deve impegnarsi con un’altra persona solo in determinati modi prescritti per poter godere della stabilità dell’alloggio dopo la partenza di una persona cara?», si chiede il giudice che ha accolto la tesi di O’Neill, «Tutte le relazioni non tradizionali devono comprendere o includere solo due persone primarie?». Citando ancora la giurisprudenza passata, la giudice di New York conclude «casi come Braschi e il punto di riferimento Obergefell v. Hogdes – secondo il quale il quattordicesimo emendamento garantisce il diritto al matrimonio delle coppie dello stesso sesso e richiede a tutti gli stati di riconoscere e rilasciare licenze di matrimonio per quelle coppie – è che riconoscono solo relazioni bipersonali»; ebbene, chiarisce la giudice americana, «Quelle decisioni, tuttavia, aprono la porta alla considerazione di altri costrutti relazionali; e, forse, è giunto il momento».