Un vero e proprio giallo ruota attorno alla morte di Polina Kochelenko. Almeno di questo è convinta la mamma dell’ex modella, criminologa e addestratrice di cani, trovata senza vita il 18 aprile. La 35enne di origine ucraina che da qualche mese si era trasferita a Valeggio, piccolo centro di campagna della Lomellina, per seguire la sua grande passione per i cani e beneficiare della vicinanza con il centro cinofilo di San Genesio, che glieli affidava per addestrarli, non ha mai fatto ritorno da una delle sue consuete passeggiate con gli animali al guinzaglio. Un circuito di cinque km immerso tra le risaie che Polina conosceva bene: ma allora com’è stato possibile che il corpo della giovane donna sia stato ritrovato due giorni dopo in un canale d’irrigazione del posto, incastrato nella griglia di una chiusa? L’autospia, disposta dal pm di Pavia che aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo, ha parlato di una “morte per annegamento” sottolineando come “dall’esame non emergono ferite da corpo contundente ma solo da urti” compatibili con l’impatto con la roggia. La ricostruzione della Procura, che ha chiesto l’archiviazione del caso, è che probabilmente i 6 cuccioli che Polina portava a spasso siano finiti nel canale e che la giovane, nel tentativo di salvarli, si sia buttata in acqua a sua volta, finendo per annegare.



POLINA KOCHELENKO, ADDESTRATRICE DI CANI TROVATA MORTA

A questa versione dei fatti non crede la mamma di Polina, la signora Anna Vladimirovna Kochelenko, che solleva tutte le incongruenze del caso. Intanto il fatto che la figlia fosse uscita con 6 cani, ma ne siano stati ritrovati solo quattro. All’appello mancano infatti due cuccioli di pastore tedesco di 7 mesi. Al Corriere della Sera, la mamma di Polina dichiara: “Intanto vorrei ricordare che Gaga e Grey in realtà pesano dai 25 ai 30 chili e che mia figlia li addestrava anche a nuotare e, soprattutto, lei sapeva nuotare bene. Non può essere annegata“. Altri quesiti: “Perché prima di buttarsi posa gli oggetti in modo ordinato, quasi geometrico? Perché non si è tolta la giacca? Perché non c’era nulla nelle tasche?“. Per cercare di trovare risposte, la signora ha già ingaggiato un investigatore privato, Claudio Ghini, che condivide lo scetticismo sulla ricostruzione della Procura: “Nel punto in cui sono stati trovati gli effetti l’acqua, spinta da una forte corrente, è alta un metro e novanta. Considerato che le sponde sono ripide e non consentono una risalita, se i cani fossero finiti lì dentro come dice il pm si sarebbero dovuti trovare nella griglia della chiusa. Qualcuno potrebbe aver cercato di prendersi i cuccioli, lei se n’è accorta e chissà cos’è poi successo. Chi c’era lì?“. A rinforzare questi sospetti anche Tiziana Barella, avvocata e docente di criminologia che assiste la mamma della vittima. Il legale, che ha già fatto opposizione alla richiesta di archiviazione chiedendo indagini suppletive, dichiara: “Ricordo che i cani valgono 4-5 mila euro l’uno”. Potrebbe esserci un movente economico dietro la morte della giovane addestratrice di cani Polina Kochelenko?

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