La mamma di Polina Kochelenko: “Ho molti dubbi”
Polina Kochelenko è stata trovata priva di vita il 18 aprile 2021, annegata nel canale Cavour nelle campagne del pavese. La giovane addestratrice di cane, ottima nuotatrice, potrebbe essere stata uccisa. Un’ipotesi che la madre, Alla, ha sempre sostenuto. A Mattino Cinque, la donna ha ripercorso i momenti della scomparsa e della morte della figlia. In diretta, è partita proprio dalle abilità della giovane, che sapeva nuotare benissimo e che dunque difficilmente sarebbe annegata: “Guardi, io ho tanti dubbi. Un conto è essere nuotatrice, un altro trovarsi in quel canale. Sono cose diverse. Penso l’abbiano uccisa e gettata nel canale“.
La donna, dopo non aver avuto notizie della figlia, che non rispondeva alle chiamate e ai messaggi, si è recata a casa sua: “Davanti al cancello, che era socchiuso senza lucchetto, c’era un cane. Questo cane era bagnato, aveva le zampe bagnate. Siccome si tratta di un cane di valore ho capito che fosse successo qualcosa. Mia figlia non l’avrebbe mai lasciato incustodito. Così poi mi sono recata nei campi per cercarla”. La donna è stata poi trovata il giorno dopo nel canale.
La Procura indaga sul possibile omicidio
A Storie Italiane, la signora Alla, mamma di Polina Kochelenko, aveva spiegato: “Non ho mai creduto che ci possa essere un incidente alla base della morte di mia figlia. Il mio istinto da sempre mi dice di cercare la verità, ogni mamma e ogni papà farebbe questo per trovare la verità su mia figlia”. La 35enne di origini russe era stata trovata senza vita il 18 aprile 2021 in un canale d’irrigazione a Valeggio, in zona Lomellina, in provincia di Pavia. Polina, ex modella e da qualche anno addestratrice di cani, era sparita due giorni prima dopo aver portato i cani a fare un giro. Si trattava di alcuni border collie e cuccioli di pastore tedesco appartenenti al centro cinofilo di San Genesio.
Nel giugno dello scorso anno, il fascicolo sulla morte di Polina è stato riaperto: nuove analisi e nuovi testimoni per una morte che non sembra essere accidentale. “Ci sono vari elementi che inducono ad approfondire le indagini e non accettare come unica causa del decesso quella accidentale, cioè la caduta in acqua della donna nel tentativo di salvare un cane scappato. La richiesta di archiviazione si fonda sostanzialmente sugli esisti dell’autopsia… Ma il fatto che sul corpo non siano stati rinvenuti segni di colluttazione non è di per sé sufficiente a escludere con certezze altre dinamiche, quale potrebbe essere la spinta di un terzo…” aveva spiegato il gip Maria Cristina Lapi.