Il caso di Polina Kochelenko, l’ex modella russa di 35 anni morta annegata in un canale a Valeggio il 17 aprile 2021, è stato nuovamente affrontato ai microfoni di “Lombardia Nera”, trasmissione in onda su Antenna 3 e condotta da Marco Oliva. In particolare, si è registrato il commento della criminologa Anna Vagli, la quale ha esordito dicendo: “Ritengo poco verosimile l’ipotesi del furto dei suoi cani, nonostante avessero un valore economico. Personalmente, mi atterrei al riscontro oggettivo, ovvero alle escoriazioni presenti sul corpo e non compatibili con la ricostruzione della Procura. Quello è uno dei capisaldi che hanno indotto il giudice a non archiviare. Diversa potrebbe essere la pista dell’uomo che Polina frequentava e c’è da dire che i suoi effetti personali  nel luogo del ritrovamento erano posizionati in modo non casuale”.



Anna Vagli, ha poi anche preso in esame la pista del movente s*ssuale, bollandolo però come non troppo probabile, viste anche le condizioni nelle quali quella sera si trovava Polina Kochelenko, che non era sola, ma in compagnia di 6 cani (era allevatrice, ndr).

POLINA KOCHELENKO, ANNA VAGLI: “MOVENTE S*SSUALE? I CANI AVREBBERO FATTO AVERE LA PEGGIO AL PREDATORE”

Nel prosieguo del suo intervento a “Lombardia Nera”, Anna Vagli ha evidenziato come la dinamica del tentato stupro non la convinca: “È una strada complicata, perché non è possibile che una donna come Polina Kochelenko, con a spasso 6 cani, possa essere, per quanto bella, vista come oggetto di un predatore, occasionale o meno che sia. Il fatto che potesse essere un uomo che la seguiva da diverso tempo non starebbe comunque a significare che il momento opportuno per l’aggressione fosse proprio quello. Infatti, i cani avrebbero fatto avere la peggio al presunto aggressore e avrebbero attirato l’attenzione delle persone eventualmente intorno”.



Infine, la criminologa ha rilevato che “sicuramente, anche se Polina Kochelenko non dava confidenza a nessuno, avrà avuto una sua vita privata. Sarà opportuno stabilire ora se effettivamente proprio quella sera è stata vista l’automobile con a bordo quell’uomo di cui i testimoni parlano. Infatti, la traccia amnestica dopo 24 ore è già alterata: più si allontana il momento in cui abbiamo vissuto qualcosa, più c’è possibilità che il ricordo non sia attendibile”.

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