In Polinesia è allarme metanfetamine. Il Governo, come riportato da Le Figaro, ha imposto delle leggi pesanti, ma non è stato ancora in grado di frenare il traffico di sostanze stupefacenti. Il 13 giugno, il tribunale di Papeete ha condannato a sette anni di carcere un’ex star della danza locale per avere cercato di importare 21 kg di ice attraverso una nave da crociera di cui era un passeggero ordinario ed essere stato scoperto ai controlli. Il sequestro è stato definito “storico” dalle autorità locali, in quanto la droga avrebbe fruttato 40 milioni di euro di rivendita.



Il problema però continua ad essere importante. In Oceania infatti il 10% dei sequestri di sostanze stupefacenti vengono effettuati proprio in Polinesia. Le metanfetamine, tra l’altro, non sono solo merce di scambio. È stato stimato infatti che 10.000 dei 280.000 abitanti le consumano regolarmente. Il consumo si è ridotto durante la pandemia di Covid-19, quando le frontiere sono state chiuse. La loro riapertura tuttavia ha riacceso i riflettori sulla questione.



Polinesia, è allarme metanfetamine: il commercio choc

Il Governo della Polinesia, nel lanciare l’allarme sul commercio di metanfetamine, ha rivelato anche che spesso a farsene carico sono persone comuni come maestre, infermiere e guardie carcerarie. Esse, ritrovandosi in condizioni economiche precarie, cedono alla tentazione di un immenso profitto con poche mosse. Il rischio però è quello di incorrere in pene severe. Le leggi infatti prevedono l’arresto immediato per i trafficanti.

Oltre all’aspetto legale, la questione riguarda inoltre fortemente la sanità pubblica. L’ice è infatti una droga sintetica che provoca dipendenza in pochi giorni. Nel gennaio 2019, quando a Tahiti è stato smantellato il primo laboratorio – improvvisato – per la fabbricazione di metanfetamine, gli inquirenti hanno potuto osservare che esse erano, tra l’altro, fabbricate con litio, acetone, soda caustica e pseudoefedrina. La miscela semina scompiglio sul corpo umano. Il problema inoltre è che la cura dei tossicodipendenti nel territorio è ancora molto limitata. È per questo motivo che lo Stato punta sulle campagne di sensibilizzazione per arginare il fenomeno.