Nel 1988 quando l’Organizzazione mondiale della sanità insieme a molte associazioni decise di impegnarsi a fondo per combattere la poliomielite in Africa, i casi accertati erano oltre 75mila. Oggi non si registra più un solo contagio, a fronte degli ultimi casi che ancora si registravano quattro anni fa nella Nigeria nord orientale. «Oggi celebriamo un nuovo trionfo sanitario comune: lo sradicamento della poliomielite in Africa. È un successo incredibile e un motivo molto valido per festeggiare». Le parole del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesu. In numeri significa aver salvato quasi due milioni di bambini in questi decenni grazie alle campagne di vaccinazione che hanno portato alla scomparsa del virus nella sua forma primaria, quella più pericolosa.



PAKISTAN E AFGHANISTAN UNICI FOCOLAI ANCORA ATTIVI AL MONDO

In realtà esistono ancora dei focolai della versione derivata dai ceppi de virus in vivo usato per i vaccini, una dozzina dicasi nel 2018 in Kenya, Mozambico e Niger e oggi azzerati, mentre Angola, Burkina Faso, Camerun, Etiopia, Ghana, Nigeria e Zambia vengono considerati tutt’ora a rischio. E’ comunque una vittoria importante, che mostra l’importanza delle azioni in comune contro le minacce globali alla salute, tanto più in un momento storico come questo dove il mondo soffre la pandemia Covid. Il costo del programma di sradicamento della poliomielite è stato calcolato in 19 miliardi di dollari. Restano ancora due paesi al mondo dove la poliomielite continua a falciare vittime, Pakistan e Afghanistan, con 147 e 29 casi rispettivamente lo scorso anno. Paesi dove l’opera sanitaria è difficile per i conflitti in corso: 92 operatori sanitari uccisi in Pakistan lo scorso anno.

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