Allarme poliomielite: la spiegazione dell’esperto
Recentemente, tra le tante crisi (o potenzialmente tali) che si stanno susseguendo a livello globale, si è tornati anche preoccupantemente a parlare della poliomielite. Infatti, a New York, Londra e Tel Aviv il virus è stato individuato all’interno delle acque reflue, mentre la metropoli americana avrebbe anche dichiarato lo stato d’emergenza. La poliomielite a livello mondiale è stata ormai per la maggioranza eradicata grazie alla vaccinazione di massa, mentre si può ancora trovare in Afghanistan e Pakistan.
Al Fatto Quotidiano Giovanni Di Perri, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, ha cercato di fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto, il dottor Di Perri sottolinea come “da un punto di vista molecolare” i casi individuati di poliomielite sono “relativi al vaccino stesso”. Infatti, nei paesi in via di sviluppo si utilizza un vaccino contenente “il virus inattivato”. “Talvolta, ma capita raramente”, evidenzia però Di Perri, “avviene una retromutazione e cioè ridiventa virulento”. E i casi di cui si parla ultimamente sono “da soggetti provenienti da paesi dove si usa” questo tipo di vaccino.
Poliomielite: in Italia dovremmo preoccuparci?
Insomma, la poliomielite sembra che stia tornando a circolare in alcuni paesi nei quali, grazie dell’immunizzazione di massa, dovrebbe essere stata eradicata. Giovanni Di Perri al Fatto Quotidiano sottolinea come ora in occidente si usa un vaccino “che viene iniettato, che è un po’ meno immunogeno ma non presenta il pericolo della retromutazione”. Ma, nonostante questo, è comunque importante preoccuparsi perché la poliomielite è “una malattia terribile”.
Infatti, il caso riscontrato a New York presenta anche paralisi e in tal senso bisogna considerare che “il caso grave viene registrato ogni 200 contagiati, quindi per ogni caso grave ci sono altri 199 infettati”. Secondo Giovanni Di Perri è, dunque, importante “vigilare”, analizzando “la presenza del virus nelle acque reflue”. Questo, dato che la poliomielite lascia tracce nelle feci, potrebbe dare “una valutazione sommaria” della presenza del virus. Ma Di Perri evidenzia anche come sia importante la prevenzione attraverso il vaccino, perché “non possiamo permetterci neanche un caso di paralisi, abbiamo i mezzi per proteggerci, sorvegliare e intervenire”.