Angelo Raffaele Marmo, con il suo saggio “Le nuove pensioni” (Oscar Mondadori) in libreria da una decina di giorni, dimostra, una volta di più, che il tema della previdenza è sempre attuale e interessante, soprattutto quando si è in grado di spiegarne il groviglio delle norme e i contorcimenti delle riforme (ormai “di annata”), con uno stile limpido e un linguaggio chiaro. Del resto, Marmo, prima ancora di essere un dirigente generale del ministero del Lavoro (già portavoce del ministro Maurizio Sacconi), è stato un valente giornalista economico, esperto di lavoro e pensioni.



Il libro ci conduce nei meandri del nuovo sistema previdenziale spiegando le diverse situazioni in maniera precisa e documentata. Il saggio è una guida ricca di tabelle ed esemplificazioni concrete, indispensabile per gli operatori del settore e utilissimo per chiunque. Perché la riforma riguarda il futuro, o il presente, di tutti noi.



Capitolo dopo capitolo ci si avventura nel funzionamento del nuovo sistema previdenziale e nei suoi molteplici ingranaggi. I titoli dei diversi capitoli sono solo un’anticipazione della leggerezza della scrittura, ben lontana dallo stile burocratico delle Circolari ministeriali e di quelle dell’Inps, il gigante del nostro sistema pensionistico, che ormai ha incorporato, alla stregua di Saturno, tutti gli enti previdenziali, a eccezione dell’Inail, il fratello minore che è riuscito a sopravvivere.

Così, il primo capitolo è dedicato a “L’albero delle pensioni” e racconta, attraverso una veloce corsa, la storia di vent’anni di riforme: dalla riforma Amato a quella Dini-Treu, dalla Prodi alla Maroni, da quella realizzata da Sacconi e Tremonti a quella, ultima e rilevantissima, costruita dal ministro Elsa Fornero. Il secondo riguarda “Salvati, esodati (salvaguardati) e riformati” e si sofferma sulle più importanti categorie nelle quali, nella transizione, si possono ritrovare i lavoratori: in pratica, “I salvati”, “Gli esodati (salvaguardati)”, “I riformati con lo sconto”, “I riformati”. Il terzo capitolo – “La vecchiaia… allunga la vita” – descrive la nuova pensione di vecchiaia nelle sue diverse varianti e topologie, incluse le sue flessibilità. Il quarto – “Anticipata sì, ma senza anzianità” – passa in rassegna la nuova pensione anticipata, partendo dal presupposto “che non ci sono più le anzianità di una volta”.

Il quinto capitolo – “Usurati con lo sconto” – è sul pensionamento anticipato per i lavori usuranti: quando e come si può ottenere l’anticipo se si svolgono attività faticose o notturne. È questo l’unico caso in cui sono sopravvissute le cosiddette quote che erano l’intuizione della riforma Damiano. Nel sesto – “Invalidi, reversibili e con assegno sociale” – si delineano “le altre reti di protezione” con le loro caratteristiche e, dunque, le pensioni di invalidità, quelle di reversibilità, quelle supplementari e il cosiddetto assegno sociale. Con il settimo – “Separati… in cassa” – ci si addentra nel limbo delle pensioni per i parasubordinati e i lavoratori indipendenti: in sostanza, le regole e i percorsi della gestione separata dell’Inps.

L’ottavo capitolo – “Integrati, maggiorati e rivalutati” – è rivolto a illustrare gli “aiuti” e gli “aiutini” per le pensioni basse e, dunque, l’integrazione al minimo, le maggiorazioni sociali e la rivalutazione delle rendite. Il nono – “Come vi pagate la pensione” – è tutto incentrato sulla contribuzione e sulle sue diverse forme: “I contributi in euro sonanti”, “I contributi che non pagate”, i figurativi, “I contributi che pagate volontariamente”, “I contributi che potete riscattare”.

Il decimo capitolo – “Ricongiungere e totalizzare” – “parla” delle possibili vie per sommare i contributi, tanto più utili e sempre più necessarie in un tempo di crescente mobilità professionale: quanto e quando convengono ricongiunzione e totalizzazione. L’undicesimo – “Contributivo per tutti (o quasi)” – spiega i diversi metodi di calcolo delle rendite: dal retributivo, al misto al contributivo. E, dunque, di quanti “pezzi” può essere composta la rendita finale.

Il dodicesimo capitolo – “Chi e come può darvi una mano” – offre una mappa sui servizi on line o allo sportello di Inps, patronati e consulenti del lavoro: “L’Inps tutto on line”, “Patronati, gratis per voi”, “La rete del consulenti del lavoro”. Nell’ultimo capitolo – “La ruota della pensione di Mario Rossi e di sua moglie Giovanna” – sono definite, in base all’anno di nascita – dal 1946 al 1996 – e all’età di inizio del lavoro, tutte le possibilità di pensionamento da oggi al 2065 e oltre. Ciascuno potrà individuare la scheda che fa al caso suo e verificare quando e come potrà andare in pensione.

Recensendo il libro di Marmo ci è venuto in mente che sarebbe utile fare il punto sullo stato di salute dell’Inps, andando a visitare l’ultimo documento contabile recante le previsioni aggiornate (una sorta di bilancio di assestamento) per il 2012. Da alcuni anni a questa parte i conti dell’Inps sembrano essere divenuti un segreto di Stato. Un tempo, i bilanci venivano illustrati attraverso delle conferenze stampa. Adesso questa buona pratica è rimasta per i bilanci preventivi, che di solito sono sempre più rosei di quelli consuntivi. Anche in questi casi, però, carte se ne vedono ben poche. Tutti facciamo a fidarci di quanto viene descritto dal superpresidente Antonio Mastrapasqua nella solennità della Sala della Lupa a Montecitorio.

Tornando allora alle previsioni assestate possiamo notare che il risultato economico d’esercizio per l’anno in corso delle gestioni previdenziali è in rosso per poco meno di 9 miliardi. Il settore più in difficoltà è quello del lavoro autonomo (-5,3 miliardi i coltivatori, -5,5 miliardi gli artigiani, – 791 milioni i commercianti), seguito dalla gestione ex Inpdap (-5,7 miliardi). I saldi attivi più importanti sono quello del fondo pensioni lavoratori dipendenti (+1,2 miliardi) e quello della gestione parasubordinati (+8,3 miliardi).

Quest’ultima gestione (a cui sono iscritti i collaboratori e le partite Iva) è rimasta l’unica “gallina dalle uova d’oro” sopravvissuta. L’altra – la gestione delle prestazioni temporanee – è stata prosciugata dalla crisi economica. A questa gestione fanno capo le prestazioni a tutela della malattia e maternità, della famiglia e, soprattutto, gli ammortizzatori sociali ordinari (Cigo, disoccupazione, ecc.). Negli anni ha sempre presentato un saldo attivo dell’ordine di 6 miliardi (tanto che la sua situazione patrimoniale è attiva per un ammontare superiore a 181 miliardi), che però è stato eroso, fino a ridursi, nel 2012, a 420 milioni.

Ultimo aspetto meritevole di nota, l’Enpals (l’ente dei lavoratori dello spettacolo) si è presentato all’appuntamento con l’incorporazione nel SuperInps con patrimonio di 3,4 miliardi e un attivo d’esercizio di 325 milioni.