Sono più di 110mila i giovani che si sono registrati per prendere parte al programma “Garanzia giovani”, l’iniziativa promossa e cofinanziata dall’Unione europea (1,5 miliardi in un biennio) allo scopo di offrire ai giovani (fino a 29 anni in Italia), che abbiano terminato il percorso formativo, un’opportunità di accesso al mercato del lavoro entro i successivi quattro mesi. Di questi “registrati”, 10.241 sono già stati chiamati dai servizi per il lavoro per il primo colloquio e la relativa “presa in carico”. Sono sufficienti questi due primi numeri (riferiti al 3 luglio scorso) per constatare che il programma (gestito dalle Regioni all’interno di un piano nazionale del ministero del Lavoro, approvato da Bruxelles e partito ufficialmente il 1° maggio) procede con un ritardo che ha tanti motivi, a partire dal caos istituzionale creato con la cosiddetta riforma delle province per finire con una circostanza su cui occorrerebbe riflettere a lungo: in talune realtà, almeno la metà dei giovani convocati non si presenta al colloquio perché non intende correre il rischio (invero molto remoto purtroppo) di dover scegliere tra un “lavoretto” e le vacanze.

Dei 110mila giovani aderenti oltre 65mila lo hanno fatto attraverso il sito nazionale (www.garanziagiovani.gov.it) e 45mila mediante i portali regionali. Si consideri che i giovani non sono obbligati a registrarsi solo nella regione di appartenenza, ma possono anche chiedere che i servizi previsti siano effettuati in un’altra regione. Seguendo tale criterio, in Lombardia, per esempio, i soggetti registrati sono circa 11mila, ma la regione si qualifica per aver ricevuto il maggior numero di adesioni “esterne” (5.732), a fronte di 5.226 “interne”. Sempre in Lombardia, segnatamente in Brianza, per l’Expo, sono previste 2,5mila nuove assunzioni, una su tre per giovani con meno di 30 anni.

Per ora, in Italia, le occasioni di lavoro complessive pubblicate dall’inizio del progetto Garanzia Giovani sono 2.743 per un totale di opportunità disponibili pari a 4.068, così suddivise per tipologia contrattuale: 52 contratti di apprendistato, 107 di collaborazione, 3.150 a termine e 408 a tempo indeterminato; 51 attività di lavoro autonomo, 300 tirocini. Lo scarso appeal dell’apprendistato è inquietante, mentre è significativo, che anche in questo programma, vi sia una preferenza tanto netta, da parte dei datori disponibili, per il contratto a termine.

Il ministero del Lavoro sta altresì predisponendo il programma per il Servizio civile che rientra negli obiettivi di “Garanzia Giovani”. Molto interessante è il monitoraggio di “genere”, per il quale (incluse le iniziative da adottare) è aperto un tavolo presso il ministero del Lavoro, coordinato dall’Ufficio della Consigliera nazionale di parità, che vede un’ampia partecipazione delle forze sociali. Stando alle rilevazioni dei primi giorni di luglio, il 53% delle registrazioni ha riguardato gli uomini, il 47% le donne. Analizzando le registrazioni per classi di età e genere emerge che, nel caso dei ragazzi, il 52,7% si trova nella fascia compresa tra 19 e 24 anni, il 41% in quella tra 25 e 29 anni, appena il 6,3% in quella tra 15 e 18 anni. Diversamente, per le ragazze, la concentrazione maggiore, finora, si rileva nelle coorti comprese tra i 25 e i 29 anni (poco più della metà delle persone registrate) a fronte del 45,5% nella fascia 19-24 e del 3,8% nella fascia 15-18.

Passando a valutare il numero delle registrazioni, il primato spetta alla Campania con ben 19mila adesioni, seguita dalla Sicilia con 18mila. La Toscana è la prima regione del centro-nord. Considerando che la platea interessata è, in teoria, pari ad almeno un milione di giovani emerge l’esigenza di accelerare i colloqui anche durante il periodo estivo, evitando la chiusura per ferie di uffici che già funzionano poco a pieno ritmo. È comunque forte il timore che fallisca anche questa iniziativa, fortemente innovativa e finalizzata, come si è detto, a “stanare i Neet” (coloro che non studiano più, che non hanno un lavoro e che non si attivano a cercarlo) mettendo alla prova i servizi per l’impiego, pubblici e privati, nell’attuazione di politiche attive, rivolte ai giovani, ma utili anche in altri casi.

Infatti, se i Centri per l’impiego attraverso l’esperienza del programma Garanzia giovani -riuscissero a funzionare di più e meglio, le performance acquisite potrebbero essere trasferite su tutto il mercato del lavoro.