La Germania, dopo tutti i problemi che stanno interessando il budget governativo, si trova ora a fare i conti anche con una sentenza che definisce illegale la politica climatica adottata negli ultimi mesi. Ad emettere la sentenza è stato il Tribunale amministrativo superiore di Berlino-Brandeburgo, che ha chiesto al governo di Scholz di intraprendere una tempestiva azione correttiva emergenziale. Il ministro del Clima e vicecancelliere della Germania, Robert Habeck, dal conto suo ha detto di attendere l’effettiva pubblicazione della sentenza per comprendere quali sono le criticità riscontrate nella politica climatica e definire le eventuali azioni correttive, oppure il ricorso davanti al giudice.



L’opinione della Corte sulla politica climatica della Germania

Insomma, il nuovo problema sorto in Germania potrebbe costringere il governo, nelle prossime settimane, a trovare una soluzione per la sua politica climatica, mentre è costretto anche a pensare ai buchi di bilancio causati da un’altra sentenza, in questo caso emessa dall’Alta corte tedesca. L’effettiva critica mossa dal Tribunale amministrativo in merito alle azioni climatiche non è ancora chiara, ma sarà sicuramente esposta approfonditamente nel corso delle prossime giornate.



Di certo c’è, per ora, che la Germania avrebbe, con la sua politica climatica, violato la legge che fissa i limiti massimi per le emissioni di carbonio nei vari settori economici. In particolare, la critiche riguarderebbero soprattutto i trasporti e l’edilizia abitativa, settori che dovranno essere riportati all’interno i parametri di legge entro il 2024, in vista degli obiettivi fissati per il 2030. Dal conto suo, il ministro Habeck, che definisce la politica climatica della Germania, vuole attendere la sentenza prima di agire, mentre il ministro dei Trasporti non si è ancora espresso. Similmente, il ministro dell’edilizia ha sottolineato che “esamineremo come procedere una volta che avremo le ragioni della sentenza. Naturalmente, questo includerà anche l’esame delle misure che rendono giustizia alla sentenza della corte”.

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