Paolo Cirino Pomicino, noto per essere stato l’ex ministro del Bilancio durante il governo Andreotti, coinvolto (assieme a molti altri colleghi) nello scandalo Tangentopoli e condannato nel processo Enimont, ha ragionato sul meccanismo con cui funziona la politica sulle pagine della Stampa, partendo proprio dalla sua esperienza. “Quel denaro”, ricorda in merito ai fondi che ammise di aver ricevuto, “era un contributo alla mia corrente politica“, perché i partiti “e la democrazia”, spiega Cirino Pomicino, “hanno un costo” che le rendono meno “condizionabili dalle forze economiche”.



Insufficienti i fondi che “l’intervento pubblico” riconosce alle correnti politiche, ma il problema è che “se un privato, un’azienda, dà un contributo si ritiene subito che sia la premessa per un fatto corruttivo“: lascito secondo Cirino Pomicino “della Dc e del Pci che immaginavano che il denaro fosse ‘lo sterco del diavolo'”. Tornano al caso Enimont, infatti, ricorda che “l’illegalità era la mancata dichiarazione alle Camere dei contributi ricevuti e niente altro”, mentre le sue “40 assoluzioni” dimostrano che “come tanti altri, non mi sono mai fatto condizionare da chi mi fava un contributo”.



Paolo Cirino Pomicino: “La politica povera è condizionabile”

Il punto del ragionamento di Cirino Pomicino è chiaro: “il finanziamento dei privati dovrebbe essere legale, purché sia alla luce del sole e abbia un tetto ragionevole”. Similmente, se “le società pubbliche danno contributi, devono darli a tutti”, ma dal suo personale avviso “è meglio che non li diano”. Secondo l’ex ministro, infatti, “il paese sta andando in default perché la politica non c’è più” ed è un problema legato proprio ai finanziamenti, che semplicemente andrebbero controllati, seguendo il tenore di vita delle persone” per verificare che i soldi “servano alla politica e non ad aumentare un patrimonio personale”.



Un deriva, quella attuale della politica, che porta a situazioni come la compravendita di voti, che “io nel passato non ho mai visto. Vogliono la politica povera”, conclude Cirino Pomicino “per condizionarla” ma il problema è che “i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.