Professor Del Debbio ci sono stati, a suo avviso, davvero questi cambiamenti così negativi a Milano, come quelli descritti da Eugenio Scalfari?

Se ci sia stato un profondo cambiamento non lo so perché ai tempi di Scalfari non c’ero. Mi sembra però chiaro che i milanesi gradiscono le ultime amministrazioni, questo lo dicono i voti, e che le condizioni di oggi siano più complesse rispetto ai tempi del malinconico Scalfari. Mi pare comunque che ci siano molti elementi positivi, soprattutto se si paragona Milano alle altre città italiane, ci si può rendere conto di quanto le ultime amministrazioni abbiano lavorato nella direzione di riammodernamento del capoluogo lombardo. Sicuramente c’è ancora molto da fare, ma la strada è quella giusta. Si può dire che Milano si proietta a divenire davvero una città europea. Ma questo, evidentemente, non piace a coloro che rimpiangono il passato.



Riguardo le accuse di Scalfari a Comunione e Liberazione, Roberto Formigoni e Compagnia delle Opere quali rei di esercitare un oscuro potere su regione e istituzioni lombarde qual è la sua opinione?

Io sono abituato a rispondere a osservazioni ragionevoli, e quindi mi trovo in difficoltà nel dare una risposta. Quanto ha dichiarato Scalfari si pone indubbiamente al di là di ogni ragionevolezza, si tratta di affermazioni letteralmente campate per aria. Se fossi nei panni della Compagnia delle Opere lo querelerei senza esitazione così forse ci guadagnerei anche qualcosa in termini economici, visto il ricco portafoglio del signore in questione.



Personalmente lei come interpreta il ruolo di Compagnia delle Opere?

La CdO è certo un potere forte, questo nessuno lo mette in dubbio. Ma che dire? Chi lavora “invade” per natura. Non mi sentirei di giudicare se gli affari della Compagnia delle Opere invadano più o meno onestamente le competenze della regione e dell’amministrazione cittadina. Si può mettere in discussione qualsiasi cosa, i rapporti di potere, il ruolo di qualsiasi ente o istituzione, però occorre sempre farlo in maniera civile, cosa che Scalfari non ha assolutamente fatto. Paragonare una struttura così degna di rispetto per quel che ne concerne il livello istituzionale alla mafia di Palermo mi sembra qualcosa di vicino a un vero e proprio vaniloquio.



Le posizioni espresse da Eugenio Scalfari in merito al declino del capoluogo lombardo possono essere dovute al fatto che, in un certo qual modo, il fondatore di Repubblica rappresenti un punto di riferimento per i disfattisti anti-Expo?

Può darsi. È in effetti la moda del momento quella di andare contro tutte le novità tese a una vera riqualificazione. Ma non indicherei Scalfari come “riferimento” perché egli oramai è abituato a ragionare su questioni talmente alte che ogni cosa terrena gli risulta indigeribile. Figuriamoci se potrebbe perdere troppo tempo a fomentare gli animi su questioni meschine come l’Expo 2015. Preferisco dunque ribadire la tesi del vaniloquio fine a se stesso. A fronte di simili affermazioni davvero mi risulta difficile dare una risposta perché non riesco davvero a carpirne la ragionevolezza.