Roma città in declino economico, che negli ultimi anni “non ha avuto una guida” politica e ora rischia di vedere diffondersi “favelas brasiliane” lungo le rive del Tevere.
È un attacco durissimo quello di Francesco Gaetano Caltagirone, numero uno del gruppo che spazia dalle costruzioni all’editoria, contro la passata amministrazione capitolina, guidata dall’attuale segretario del Pd, Walter Veltroni. Parole inconsuete per un uomo conosciuto per riservatezza e understatement, che però già prima delle votazioni per il Campidoglio, svoltesi ad aprile, aveva criticato Veltroni, parlando di “declino” della capitale e auspicando una “discontinuità”. Questa volta i toni e i termini sono diventati molto più pesanti, espressi in un intervento pubblico, alla presentazione del rapporto ‘Met 2008’ sul Lazio, pronunciato accanto al nuovo primo cittadino, Gianni Alemanno. E anche se Caltagirone non ha mai nominato Veltroni, i riferimenti alla vecchia giunta sono stati chiari: un’amministrazione che ha portato allo “sfaldamento” dell’economia romana e addirittura ha truccato i dati sulla crescita del Pil capitolino.
«Non è vero – ha sottolineato l’imprenditore – che la crescita economica di Roma è stata superiore a quella di Milano: noi siamo cresciuti nei servizi, come Milano», ma il capoluogo lombardo «è calato nell’industria, settore in cui noi non avevamo niente da perdere perchè non abbiamo industria. I dati sono stati mistificati per far vedere una Roma vincente, ma che vincente non era. C’è un grandissimo declino – ha aggiunto – a cui si può reagire solo investendo risorse a favore dello sviluppo».
Le questioni da affrontare con urgenza, secondo Caltagirone, sono le infrastrutture, un rapporto virtuoso amministrazione-imprese e la sicurezza. Nelle infrastrutture, infatti, «dobbiamo tornare alla normalità, perché operare a Roma oggi è molto complicato a causa del ritardo infrastrutturale e delle difficoltà nello sviluppo. Negli ultimi 5-6 anni c’è stato uno sfaldamento del tessuto imprenditoriale e dell’economia romana”. Si è arrivati al paradosso di ritenere più importante lo studio di un rudere rispetto alla vita di 4 milioni di persone che vogliono una città moderna con infrastrutture adeguate».
C’è poi l’emergenza sicurezza. «C’è una crisi allarmante di sicurezza – ha detto l’immobiliarista – perchè la troppa tolleranza genera intolleranza. La città ha bisogno di una guida, perchè la mancanza di una guida negli ultimi anni l’ha fatta scivolare dov’è adesso. Roma ha bisogno di essere guidata, con il consenso democratico, ma ha bisogno di essere guidata». Sui margini del Tevere, ha insistito Caltagirone, ci sono “migliaia di disperati” a cui «o diamo una casa o avremo favelas come a Rio de Janeiro. Favelas in cui anni fa, nel periodo delle Brigate rosse, avrebbero potuto nascondere persone e armi, e oggi possono essere focolai di epidemie. Sono persone che vivono senza servizi igienici: dobbiamo aiutarli, non possiamo permetterci di avere le favelas».
Molto dure anche le parole contro le categorie che si avvantaggiano di una rendita di posizione, come i tassisti che “lavorano un’ora al giorno”, con scarsa efficienza nel servizio.
«Non devono più succedere – ha evidenziato l’imprenditore – situazioni in cui 10mila persone bloccano un’intera città.
Abbiamo bisogno di un’amministrazione amica – ha concluso Caltagirone – che non ostacoli chi produce ricchezza, che non consideri un’azienda che guadagna come un’azienda da punire.
L’unica via d’uscita al declino sono l’espansione economica e la crescita: dobbiamo fare tutti dei sacrifici, senza chiedere aiuto allo Stato, e costruire il futuro giorno dopo giorno».