L’attuale dibattito sulla situazione di Eluana Englaro, oltre porre in rilievo la questione fondamentale del significato della vita umana e della sofferenza, porta anche alla ribalta la domanda su quale debba essere la funzione delle istituzioni sanitarie in queste situazioni particolari, data anche l’assenza di una precisa regolamentazione in proposito.
Abbiamo chiesto a James Capretta (già consigliere per la politica sanitaria nell’amministrazione Bush e ricercatore presso l’Ethics and Public Policy Center di Washington) di descriverci la situazione degli Stati Uniti sotto questo profilo, per cercare di capire meglio il rapporto tra gestione ospedaliera e etica, in particolare se il credere in specifici valori possa essere in accordo con la gestione efficiente di una struttura sanitaria. Negli Stati Uniti gli ospedali privati, e particolarmente quelli cattolici, hanno un ruolo molto importante nel sistema sanitario ed è quindi interessante conoscere come la questione venga affrontata in un tale contesto.
Quali sono le caratteristiche principali degli ospedali cattolici e quale il loro ruolo nel sistema sanitario degli Stati Uniti?
Negli stati Uniti il sistema sanitario è cresciuto attorno agli ospedali, dato che l’obiettivo principale era dare assistenza agli ammalati bisognosi di controlli e cure ospedaliere. Da qui la centralità degli ospedali, molti dei quali erano, inizialmente, associati a istituzioni no-profit di origine religiosa, di cui una gran parte cattoliche. Oggi vi sono un po’ più di 600 ospedali cattolici in USA su un totale di più di 5000 ospedali, fondati da congregazioni religiose che continuano tuttora a esserne proprietarie. Ora però sono diventate istituzioni molto moderne e aggiornate su metodi di cura e tecnologie, in grado quindi di fornire assistenza e cura ai massimi livelli, pur continuando ad avere la missione di prendersi cura dei più poveri ed emarginati e cercando di operare secondo la visione cattolica della assistenza sanitaria. Da questo punto di vista, le persone non sono considerate solo delle entità biologiche, ma come esseri umani con un’anima e gli ospedali cattolici tentano di portare questa visione della persona nel modo di curare gli ammalati.
Possiamo quindi dire che l’assistenza che questi ospedali danno alle persone è simile a quella di tutti gli altri ospedali?
Certamente, non vi è nessuna differenza, a parte alcuni particolari aspetti etici che gli ospedali cattolici non possono considerare alla stregua degli altri ospedali, ma il livello dell’assistenza è lo stesso degli altri ospedali, particolarmente per gli ammalati più gravi.
Perciò un ospedale cattolico può decidere se fornire o meno una specifica prestazione, per esempio l’effettuazione di aborti o l’eutanasia?
Negli Stati Uniti vi sono in generale leggi, a livello federale o statale, che danno protezione agli ospedali cattolici perché possano operare in accordo con i principi cattolici; tuttavia, vi sono periodicamente pressioni, a volte leggere ma talvolta pesanti, per cercare di spingerli a violare tali principi. La tendenza generale è per far diventare gli ospedali cattolici sempre più uguali alle istituzioni secolari, e questo è un problema reale che sta destando molta preoccupazione.
In Italia assistiamo alla polemica su come dovrebbero comportarsi medici e ospedali nel caso di Eluana Englaro. Una situazione simile come verrebbe regolata negli Stati Uniti? Ci sarebbero differenze di comportamento tra gli ospedali cattolici e gli altri? Avrebbe un ospedale cattolico il diritto di decidere se aderire o meno a simili richieste? Esiste una legislazione che regola situazioni come questa?
Negli Usa, per quanto ne so, non vi è nessuna legge a livello federale, ma neppure statale, che regoli simili situazioni. La mia opinione è che gli ospedali cattolici possano prestare le cure secondo i loro principi a chi è ammalato grave o terminale, e quindi coerenti con la dignità della vita umana: questo significa che, sempre come mia opinione, in certe circostanze un ospedale cattolico possa trasferire ad altre istituzioni chi chiedesse cure in contrasto con i valori cattolici. Adesso come adesso, gli ospedali cattolici non sono costretti a violare i loro principi, ma la situazione potrebbe cambiare in futuro.
Di conseguenza, ogni singolo ente può decidere su come operare?
Sì, ogni ente può decidere su come comportarsi, tenendo conto dei probabili diversi livelli e modelli di regolamentazione nei vari stati. Comunque, non mi sembra questo un aspetto importante per gli ospedali cattolici, almeno per il momento, non so per il futuro. Attualmente la situazione è uguale per tutti gli ospedali, che possono decidere autonomamente il proprio comportamento.
Qual è la sua opinione sul rapporto tra gestione ospedaliera, basata su efficienza, efficacia, etc., e visione etica della vita? È possibile tenerle unite e fornire una buona assistenza nel sistema sanitario?
È molto importante che negli Stati Uniti si continui a sostenere gli ospedali cattolici, dato il loro ruolo rilevante all’interno del sistema sanitario nazionale: se si prendesse la strada di considerare l’assistenza sanitaria solo dal punto di vista finanziario o secolarizzato, la situazione potrebbe degenerare e alcuni dei valori morali basati sulle nostre tradizioni cristiane potrebbero andare perduti. Sono convinto che è importante mantenere nel sistema sanitario la presenza degli ospedali cattolici, come quelli di altre ispirazioni religiose. Nel contesto degli Usa, penso sia pericoloso da un punto di vista cattolico lasciare al governo il controllo totale del sistema sanitario, perché un centro decisionale centralizzato finirebbe per decidere sui comportamenti delle persone e delle istituzioni. Ma in materia di cure e assistenza sanitaria, la Chiesa cattolica ha una capacità di comprensione di certe situazioni che nessun atto legislativo o di governo può superare.
L’idea di lasciar morire una persona, di interrompere l’alimentazione o di negare le cure è antitetica con il concetto di assistenza medica e la Chiesa cattolica ha sempre difeso questo principio, in accordo con il senso comune del popolo.
Si può quindi affermare che un ruolo maggiore del governo centrale nel sistema sanitario porterebbe in futuro a interferire in modo negativo sul modo di operare degli ospedali cattolici?
Sì. Dobbiamo garantire spazio istituzionale e libertà d’azione agli ospedali cattolici anche in futuro, è molto importante. Il governo federale può avere un’utile funzione all’interno del sistema, ma senza cambiarne radicalmente le principali caratteristiche, come la decentralizzazione e la libertà di mercato.