Milano – I cattolici praticanti voteranno in maggioranza per il centrodestra. E’ questa la principale conclusione del sondaggio Ipsos Pa pubblicato sul Sole 24 Ore di domenica 16 marzo, realizzato con metodo CATI su un campione di 500 intervistati. Il 44% degli elettori cattolici assegna la propria preferenza a Silvio Berlusconi, mentre Walter Veltroni intercetta il 37% dei consensi. Pierferdinando Casini, in ogni caso, è il candidato premier ideale per il 28% degli intervistati. Per quanto invece riguarda la lista da votare per la Camera dei deputati, a scegliere il PdL è il 42% (che diventa 49,4% insieme a Lega Nord e Mpa), mentre il PD non va oltre il 27,6% (32,2% con Di Pietro e Svp); l’UDC si attesta sul 10%.



L’identikit – Sulla base dell’indagine, i cattolici praticanti risultano essere in maggioranza di sesso femminile. La percentuale dei cattolici sul totale della popolazione aumenta al crescere dell’età media (21% nella fascia 18-24 anni, 45% nella fascia over-65). Tra le categorie socioprofessionali più “cattoliche” troviamo le casalinghe (45%) e i pensionati (41%); percentuali che si riducono notevolmente tra imprenditori e professionisti (25%), lavoratori autonomi (24%), insegnanti (26%), operai e studenti (21%). L’elettorato cattolico praticante, nel complesso, ammonta al 38% del totale nel Sud e nelle Isole, al 33-34% nel Nord-Ovest, Triveneto e Centro-Sud e al 23% nel centro-nord.



I cattolici e i partiti – Il 55% degli intervistati ritiene giusto che i cattolici si presentino in tutti i partiti, contro un 35% che rivendica la necessità di un soggetto politico unitario. Il sistema bipolare piace al 64% dei cattolici praticanti, che giudicano con un certo favore (41%) la scelta di Veltroni di lasciare da parte la sinistra radicale (mentre solo il 30% condivide l’atteggiamento di Berlusconi nei confronti dell’UDC). In caso di vittoria risicata del centro-destra, il 35% degli intervistati propende per una grande coalizione con il PD, mentre il 37% preferirebbe ritornare all’alleanza con l’UDC.



Le priorità dei cattolici – Sono i temi etici a segnare la maggiore differenza tra l’elettorato cattolico praticante e il resto del Paese: il 45% dei praticanti, ad esempio, è contrario ai Dico (contro un dato nazionale che non supera il 24%). Il dato sale al 51% se si parla di eutanasia (22% nazionale). Sugli altri problemi le posizioni sono sostanzialmente analoghe. Così, l’aumento del costo della vita è il principale problema italiano per il 34% degli intervistati, seguito a ruota dalla precarietà del lavoro (27%) e dalla sicurezza (18%). Per quanto riguarda l’immigrazione, solo il 5% dei praticanti vorrebbe una maggiore accoglienza (richiesta invece dal 21% degli elettori italiani nel loro complesso).

I cattolici e la Chiesa – Alla domanda se sia giusto che la Chiesa esprima il suo punto di vista sul dibattito politico italiano, il 33% degli intervistati rivendica alla Chiesa la libertà di intervenire quando lo ritiene più opportuno, il 39% ritiene che gli interventi della Chiesa debbano limitarsi alle questioni strettamente religiose mentre il 26% vorrebbe ulteriormente ridurre gli interventi pubblici della Chiesa.

Timori a sinistra – A margine del sondaggio occorre sottolineare che per quanto riguarda il PD, ciò che maggiormente preoccupa l’elettorato cattolico è la presenza dei radicali nelle liste. A smorzare i timori è intervenuto ieri il numero due del partito, Dario Franceschini, per il quale la presenza di cattolici impegnati nel Pd è “quantitativamente non paragonabile con nessuna forza politica italiana”, e “la presenza dei radicali non può cambiare la natura del partito”. Ma l’agitazione nei cattolici di centro-sinistra sembra destinata a perdurare, anche per via delle voci su un possibile intervento del premier spagnolo Zapatero nella fase finale della campagna elettorale di Veltroni. Un boccone che sarebbe veramente difficile – se non impossibile – da digerire per i cattolici, nel cui immaginario la legislazione radicale e spregiudicata in campo etico del premier socialista sembra contare di più dei successi economici realizzati dalla Spagna negli ultimi anni.