L’onda lunga del Family Day – “Più famiglia”: questo lo slogan sotto cui si sono raccolte centinaia di migliaia di persone lo scorso 12 maggio in Piazza San Giovanni a Roma. Quello slogan è più che mai attuale, ora che ci troviamo in una campagna elettorale ormai in pieno svolgimento. Allora si parlava di Pacs e Dico; per fortuna quell’argomento non sembra più all’ordine del giorno. Ma il problema delle politiche familiari è un argomento ampio, che dalla difesa dell’istituto della famiglia basata sul matrimonio, fondamento di tutto il discorso, arriva al problema delle politiche fiscali a sostegno della famiglia stessa. Non per nulla il Forum delle famiglie, nato appunto in occasione del Family Day, ha lanciato negli ultimi mesi la petizione “Meno tasse per chi ha figli”.



Proposte e programmi – I due partiti maggiori, Pd e Pdl, hanno proposto, nei rispettivi programmi, diverse ricette su fisco e famiglia, dettagliatamente analizzate nell’approfondimento di Luca Pesenti. Come lo stesso Pesenti sottolinea, il programma del Pdl risulta evidentemente più ambizioso, anche se forse difficilmente realizzabile. Di certo contempla un punto essenziale: l’introduzione del quoziente familiare, vero sostegno alla famiglia e, soprattutto, alla natalità. Ed è un fatto positivo che alcuni esponenti dello stesso partito (come la neocandidata Eugenia Roccella e il senatore Gaetano Quagliariello) abbiano deciso di impostare una vera e propria agenda di appuntamenti per presentare agli elettori il proprio impegno sui temi della vita e della famiglia.



Un metodo interessante – Ma c’è stato un episodio che più di ogni altro ha dato un vero tocco di novità a questa campagna elettorale: la visita alla casa-famiglia “Cometa” da parte del leader del Pdl Silvio Berlusconi lo scorso 16 marzo, visita realizzata principalmente su iniziativa dell’onorevole Maurizio Lupi, come da lui stesso raccontato durante l’incontro di martedì sera al Palalido di Milano. È stata una ventata di novità perché ha fatto in modo che tutti, almeno per un attimo, guardassero in faccia la positività di una famiglia che viva fino in fondo la propria vocazione educativa. È da qui che si parte: dall’osservazione di un’esperienza in atto, per capire che la politica non è fatta di iniziative calate dall’alto, ma consiste principalmente nel riconoscere e sostenere ciò che di buono e di utile nasce dalla società.

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