E’ polemica sulle linee guida alla legge sull’ interruzione volontaria di gravidanza annunciate dal ministro della Salute Livia Turco (se ne parlerà nella Conferenza Stato-Regioni di oggi 26 marzo). Il governatore Roberto Formigoni ha anticipato che non le avallerà e di conseguenza, dato che perché vengano recepite hanno bisogno dell’unanimità, la regione Lombardia bloccherà l’adozione del documento. Di «motivazioni alquanto pretestuose» ha parlato il ministro della Salute Livia Turco, mentre la sua collega Barbara Pollastrini, titolare del dicastero delle Pari opportunità, affonda: «Ci risiamo. La giunta regionale ancora una volta fa prevalere valutazioni improntate all’ideologia». Parole contestate dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che definisce «scomposta e astiosa » la reazione del ministro Pollastrini. Nel testo ministeriale, accanto all’affermazione che «l’applicazione della 194 può e deve essere ulteriormente migliorata» e la citazione del ruolo centrale dei consultori, vi sono però pochi riferimenti all’aiuto concreto per rimuovere le cause del ricorso all’aborto, uno dei compiti meno assolti da queste strutture in relazione alla 194. Né si citano le associazioni di volontariato, peraltro previste dall’articolo 2 della legge. Viceversa si chiede la presenza di un medico non obiettore in ogni distretto e si punta molto sulla contraccezione. Precedenza a chi ha bisogno di «contraccezione di emergenza», che deve essere diffusa anche nei pronto soccorso e nei servizi di guardia medica. Nella stessa logica rientra l’offerta di metodi contraccettivi a basso costo alle adolescenti.
«La Regione Lombardia, ivece, – ha ricordato il presidente Formigoni – ha emanato proprie linee guida lo scorso mese di gennaio in piena e unanime condivisione con i medici dei propri ospedali, dopo un periodo di sperimentazione lungamente condotto alla Mangiagalli e al San Paolo di Milano». Il documento è stato condiviso da primari e medici di «diverso orientamento culturale e politico». «Solo dopo il nostro documento il ministero della Sanità si svegliò dal sonno dei giusti che lo aveva fino ad allora contraddistinto e realizzò un documento che pretende ora di imporre a tutte le Regioni. Livia Turco la smetta di farsi pubblicità elettorale con le bugie. Regione Lombardia ha respinto il suo documento perché lesivo della nostra autonomia, ai sensi del titolo V della Costituzione e arretrato dal punto di vista scientifico e sanitario» ha concluso il Governatore. «Grande delusione» è stata espressa in una nota anche da Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita italiano, per cui il documento del ministro Turco insiste nel dare della legge 194 una interpretazione attenta soltanto alle ragioni di un vetero-femminismo ormai certamente minoritario».