Premesso che a causa della par condicio questa campagna politica è televisivamente la più inguardabile della storia, con gli interventi dei politici che potremmo paragonare a delle televendite, passiamo a Matrix, dove per sorteggio si sono succeduti prima Veltroni e poi Berlusconi.
Scelta azzeccata dei due leader di andare in prime time da Mentana, sicuramente l’anchormen più credibile, con uno stile, con un ritmo e una capacità comunicativa televisiva che non ha eguali.
Analizziamo l’aspetto tecnico del programma. Non è mai facile a livello registico lasciare un segno in un dibattito politico, normalmente o emerge il personaggio per quello che dice oppure è una noia. Il regista ieri sera ha fatto un buon lavoro, la successione degli stacchi (primo piano del leader, totale dall’alto dello studio, piano americano, primo piano di Mentana, pubblico) è stata sicuramente scolastica, ma non casuale. Ha dato un buon ritmo cambiando continuamente telecamera, non ossessivamente ma con i tempi giusti. Buona la scelta di inquadrare le due mani dei leader in primo piano. Voto 8
Novità tecnica. Per la prima volta in un dibattito in diretta tv c’erano i sottotitoli per i non udenti. Anche i sordi votano. Voto 9
Mentana ha assolto il proprio lavoro con professionalità e competenza, forse un po’ compiacente con Veltroni ad inizio intervista, ma efficace ed incalzante nel proseguo. Con Berlusconi era sicuramente un’impresa più ardua (è difficile che si faccia interrompere), ma Enrico Mitraglia non ha avuto soggezione del suo ex editore ed un paio di volte l’ha messa anche sull’ironia. I due big non hanno mai guardato o cercato la telecamera, si rivolgevano al conduttore. Mentana è diventato il simbolo dell’italiano medio che cercava risposte. Voto 7,5
Passiamo ai due leader. Veltroni si è presentato con il suo look kennediano con il colletto della camicia botton down slacciata. Anche nelle piazze si è presentato così, anzi è da anni che è così, ma di solito i bottoni sono allacciati. Sicuramente una scelta. Ha dato l’impressione di essere tranquillo e a suo agio ad inizio intervista, ha soppesato le parole, poi si è fatto prendere dalla sindrome del buonismo politico prodiano ed anche l’aspetto del suo volto è cambiato assumendo lo sguardo curiale. È un politico di vecchia data con capacità comunicativa discreta, ed ha cercato di essere il meno prolisso possibile. Voto 6,5
Berlusconi ha lasciato il suo look nerazzurro da piazza (camicia nera senza cravatta con vestito scuro) per il suo istituzionale doppiopetto con cravatta a pallini di Marinella. È sembrato però teso, contratto, attaccando subito, a suo dire, le bugie dell’avversario. Non si è fatto interrompere da Mentana per più volte. Ha lasciato il suo lato migliore nelle piazze, dove è molto più a suo agio ed è sempre stato più spontaneo, sereno ed anche divertente. Essendo un grande comunicatore non è stato una scelta casuale (a Porta a Porta giovedì sera era molto più pacato), doveva rispondere al buonismo di Veltroni, ma forse ha un pizzico esagerato. Ha comunque coraggio da vendere e a differenza dell’avversario, l’ha chiamato per nome e cognome, per questo gli diamo mezzo punto in più. Voto 7
(Gianni Foresta)