Prof. Sapelli, un suo commento ai risultati di queste elezioni?

Di solito sbaglio le previsioni sulle elezioni, ma questa volta non ho sbagliato. Il risultato era comunque abbastanza prevedibile, se si tiene conto della vicenda Alitalia, di Bassolino in Campania e della questione settentrionale, questione che è tale peraltro solo per il centrosinistra. Non mi sorprende l’avanzata della Lega che, a parte qualche uscita folcloristica, ha molto ridotto le sue derive forcaiole, insistendo sul federalismo in funzione di antistatalismo e con figure come Maroni, che ha fatto votare per la Lega persone che mai l’avevano votata. Non prevedevo invece la disfatta della sinistra radicale, cui senz’altro non ha fatto bene l’alleanza con i verdi e la conseguente aggiunta dell’arcobaleno nel nome, che ha disorientato un po’ tutti. Il Pd, da parte sua, oltre che il Nord non ha compreso la questione cattolica, non ha capito che non si possono tenere insieme la Bonino e la Binetti. Se dovessi coniare uno slogan direi “Abbiamo fatto di tutto per perdere”. Basta pensare a Veltroni che, in un paese di vecchi, parla di merito dei giovani. Sull’altro fronte, la Lega condizionerà senz’altro pesantemente l’azione del governo Berlusconi e, per esempio, credo che chiederà la presidenza delle regioni Veneto e Lombardia, giustamente dal suo punto di vista. Per quanto riguarda l’Udc, credevo che prendesse di più; comunque penso che avrebbe difeso meglio i valori cattolici rimanendo nel Pdl. Credo anche che Pezzotta, che personalmente stimo molto, abbia sbagliato a confluire nell’Udc. C’è stato un diffuso astensionismo cattolico, che avrebbe potuto forse essere intercettato dalla Rosa Bianca. Si è persa un’occasione di avanzare sul pluralismo politico e nell’unità culturale dei cattolici.



Quali sono gli scenari che si trova davanti il centrodestra, dopo una vittoria così netta?

Il governo Berlusconi ha ora davanti alcuni punti prioritari. Credo che siano decisi ad andare avanti con un po’ di liberalizzazioni, non tipo le cosiddette “lenzuolate” di Bersani. Ma rimane il grave problema del debito pubblico, che il centrosinistra ha sopravvalutato, ma che il centrodestra tende a sottovalutare. Poi c’è da ricostituire una politica estera per l’Italia, aspetto trascurato durante la campagna elettorale. Soprattutto c’è da ricostituire il rapporto con gli Stati Uniti, rovinato da Prodi e dalla politica estera di D’Alema; tuttavia è da tenere presente che il rapporto si è deteriorato anche con Berlusconi: basta vedere gli attacchi del Wall Street Journal e quali Stati hanno votato in favore di Milano per l’Expo. Anche in Europa Berlusconi ha dei problemi e molto dipenderà comunque dall’atteggiamento degli americani nei suoi confronti. Il buon rapporto che ha con Putin è senza dubbio utile per l’Italia, basti pensare a Gazprom e via dicendo, tuttavia pone qualche problema. Un punto fondamentale è ristabilire forti relazioni soprattutto con la Germania.



Per finire, cosa pensa che succederà a sinistra?

Penso che Veltroni non farà un’ opposizione distruttiva, ma il problema sarà il crearsi di fratture tra la componente cattolica e quella ex marxista, che ha ancora una forte struttura organizzativa, a differenza della ex Margherita. Peraltro, soprattutto a livello locale, gli intrecci di potere rappresentano un forte collante. Ci si può aspettare un aspro confronto all’interno della sinistra estrema e sarà importante analizzare più a fondo i risultati in regioni quali l’Emilia e la Toscana, così come in Lombardia per il centrodestra, dove dovrà essere approfondito il significato della forte affermazione della Lega. Infine, sarà anche molto interessante vedere come si ristruttureranno i rapporti con i cosiddetti “poteri forti”, a partire dalle grandi banche legate, più che al centrosinistra in sé, alla persona di Prodi, grazie alla sua lunga permanenza alla testa dell’Iri e ai rapporti con grandi istituzioni finanziarie internazionali.

(Fonte: Imagoeconomica)

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