L’ETA è tornata a colpire. Di nuovo, come l’ultimo giorno della campagna elettorale quando ha ucciso Isais Carrasco, l’obiettivo sono stati i socialisti baschi. In questa occasione è stata fatta esplodere una bomba davanti alla sede di una Casa del Popolo di Bilbao, dove sette poliziotti baschi sono rimasti lievemente feriti.
Non c’è un attentato del gruppo terroristico che non abbia un intento politico. L’ETA fa sempre politica, la fa con le armi, con il terrore. Il nuovo attentato avviene nello stesso giorno in cui i portavoce parlamentari del PSOE e del PP si sono riuniti per cercare nuovi accordi, e alcune ore dopo che il re Juan Carlos, nella solenne apertura della legislatura, aveva chiesto un consenso tra i partiti politici per lottare contro il terrorismo.
Dopo che Zapatero ha cercato la strada negoziata per porre fine alla violenza – ammettendo la possibilità di fare concessioni politiche ai terroristi, rompendo così i principi del Patto Antiterrorista da lui stesso avviato – sembra che esista qualche possibilità che il Presidente del Governo corregga la rotta. Nel discorso di investitura, Zapatero ha ammesso che aveva commesso degli errori e il portavoce parlamentare del Psoe – il suo amico José Antonio Alonso – è tornato a utilizzare l’espressione che era inclusa nel Patto Antiterrorista: «È necessario sconfiggere l’ETA». In realtà, il grande interrogativo della legislatura è se Zapatero tornerà all’unica politica sul terrorismo che ha dato finora qualche frutto – quella della lotta con l’uso delle forze dell’ordine e dell’isolamento sociale – o se proverà, ancora, a fare un accordo con i terroristi che già lo hanno ingannato una volta.
Questo attentato e quelli che verranno vogliono costringere il Presidente del Governo a sedersi nuovamente al tavolo dei negoziati. I terroristi colpiscono la parte più debole: i socialisti baschi, che hanno incrementato considerevolmente i loro voti a scapito dei nazionalisti baschi, perché hanno alimentato l’aspettativa di una conclusione della violenza attraverso il dialogo. Non va dimenticato che una parte della società basca scommette sulla negoziazione con i terroristi. In questo difficile incrocio è decisivo, come lo è stato nella scorsa legislatura, il ruolo della società civile, di quella società che non è disposta a una pace senza giustizia, che non vuole cedere di fronte ai terroristi. È questa società civile che può obbligare il PP e il PSOE a ritrovare il dialogo e un accordo in materia di terrorismo.



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