Napolitano: La resistenza fu anche guerra civile – La Resistenza fu anche guerra civile, dice Giorgio Napolitano celebrando il 25 aprile a Genova. «Se ne può dare un’analisi ponderata che non significhi in alcun modo confondere le due parti in lotta, appiattirle sotto un comune giudizio di condanna o di assoluzione». «Le ombre della Resistenza non vanno occultate, ma guai a indulgere a false equiparazioni e banali generalizzazioni». La Resistenza, ha aggiunto, «non fu indenne, specie alla vigilia e all’indomani della liberazione», da fenomeni di violenza. Il profilo di «guerra civile», accanto a quello di una guerra patriottica, «è stato a lungo negato, o considerato con ostilità e reticenza, da parte delle correnti antifasciste».
Il Presidente ha aggiunto che «a nessun caduto, e ai famigliari che ne hanno sofferto la perdita, si può negare sul piano umano un rispetto maturato col tempo». «Insomma, è possibile e necessario raccontare la Resistenza, coltivarne la storia, senza sottacere nulla, smitizzare quel che c’é da smitizzare, ma tenendo fermo un limite invalicabile rispetto a qualsiasi forma di denigrazione o svalutazione di quel moto di riscossa e riscatto nazionale cui dobbiamo la riconquista anche per forza nostra dell’indipendenza, dignità e libertà della nazionale italiana».
La cerimonia a Roma – Alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è svolta questa mattina all’Altare della patria a Roma la cerimonia per il sessantatreesimo anniversario della Liberazione. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto una corona d’alloro alla tomba del Milite Ignoto. Alla cerimonia hanno preso parte il presidente del Senato, Franco Marini, il vicepresidente della Camera Carlo Leoni, il presidente del Consiglio, Romano Prodi, il ministro della Difesa, Arturo Parisi, il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, il presidente della Corte Costituzionale, Franco Bile, il capo dello Stato maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, e i vertici delle Forze Armate. Sul palco allestito ai piedi dell’Altare della Patria erano presenti anche i due candidati sindaci di Roma del Pd e del Pdl, Francesco Rutelli e Gianni Alemanno. Tra i parlamentari il portavoce di Alleanza nazionale, Andrea Ronchi, e il presidente dei senatori dell’Udc, Francesco D’Onofrio. Presenti anche i sottosegretari all’Interno, Marcella Lucidi e Marco Minniti. Dopo un breve intervento dei ministri della Difesa e dell’Interno, Napolitano ha consegnato le medaglie d’oro al merito civile, conferite a due comuni e a diverse persone che si sono distinte per la resistenza al nazifascismo.
La polemica Berlusconi-Veltroni – Un 25 aprile di lavoro serrato per Silvio Berlusconi. Niente festeggiamenti per il Cavaliere (che peraltro non aderiva alle cerimonie della Liberazione neppure quando era premier) ma una serie di riunioni con la parte ex Forza Italia del Pdl per stringere sulla squadra di governo. A partire dalle prime ore della mattinata e fino all’ora di pranzo, Berlusconi incontra i vertici di Fi in attesa domani di incontrare la Lega. Al vertice ha preso parte anche Giuseppe Ciarrapico. La cosa ha destato la reazione di Veltroni che ha parlato di “un gesto di spregio nei confronti dei democratici”. Secca la reazione del portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti: “dall’alto di quale pulpito Veltroni si permette di impartire lezioni di democrazia anche al Presidente Berlusconi che ha ricevuto almeno 30 persone in una mattinata di lavoro intenso? La polemica di Veltroni, rivolta nei confronti di un senatore democraticamente eletto, la stessa persona ricevuta con tutti gli onori dal coordinatore Goffredo Bettini alla prima assise del Partito Democratico, è meschina e volgare”.
La nota di Berlusconi – Il presidente del consiglio in pectore ha poi però diramato ua nota con le proprie considerazioni sul 25 aprile. “Credo fermamente che oggi ci siano le condizioni storiche e politiche perché questo 25 aprile possa rappresentare un salto di qualità verso la definitiva pacificazione nazionale: non per cancellare la memoria, le ragioni e i torti, ma perché chi ha combattuto per la Patria sia considerato figlio di questa Nazione”. “Oggi, a più di sessant`anni dal 25 aprile, a sedici dalla caduta del Muro di Berlino – sottolinea Berlusconi -, il compito della politica è quello di consolidare il tessuto connettivo della Nazione. E lo si deve fare a partire dalla nostra memoria storica”.
Il 25 aprile nelle città – Bologna ospiterà, invece, il presidente del Senato Franco Marini, che dedicherà una parte del suo discorso all’esempio dato dalla Brigata Maiella che fu, assieme a un reparto polacco, la prima a entrare nel capoluogo che nella notte era insorto contro le truppe tedesche. A Bolzano il sindaco depositerà una corona al muro del lager di via Resia e a Venezia bis di festeggiamenti poich‚ la celebrazione coincide con la festività del patrono San Marco. Torino si spaccherà in due: partigiani e festa tradizionale da una parte e il comico Grillo e i suoi grillini dall’altra per il vaffa-day 2. In Val d’Aosta si metterà in moto un treno della memoria che partirà da Pont Saint Martin per raggiungere Aosta dopo aver raccolto giovani e meno giovani della bassa e della media valle. A Trieste il 25 aprile sarà celebrato alla Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio nazista in Italia con forno crematorio. A Trento il ricordo sarà affidato anche a uno spettacolo di satira politica con Paolo Rossi mentre a Firenze, oltre alle tradizionali cerimonie, è prevista la distribuzione, a cura dell’Arci, della Costituzione in 11 lingue. E sempre dall’Arci un’altra iniziativa: domani tutti i membri del suo Consiglio nazionale si iscriveranno all’Anpi, l’associazione nazionale partigiani.