In un interessante articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa con il titolo “Scuola, aboliamo il recupero degli asini” Paola Mastrocola racconta la catastrofe provocata dal decreto Fioroni sul recupero dei debiti. Il racconto della Mastrocola è nello stesso tempo ironico e realistico, quel che si deve ad un sistema che la realtà stessa ha mostrato non solo inefficace, ma del tutto fuorigioco. Il dramma del decreto Fioroni è che applicandolo non si entra nel vivo del gioco. Noi insegnanti abbiamo dovuto impegnare ore e ore di attività, lo Stato ha dovuto sborsare euro a palate, ancorchè insufficienti per arrivare a capire che la questione vera dei debiti scolastici non è stata nemmeno sfiorata ed ora la tragedia è che le scuole, dopo l’evidente fallimento, devono continuare la farsa nei mesi estivi. Perchè il decreto sui debiti scolastici si è rivelato un goffo fuorigioco? Per due semplici ragioni: la prima, ben descritta dalla Mastrocola, è che il recupero non è un fatto meccanico, non avviene in modo automatico, ma implica una condizione decisiva, che lo studente lo voglia!; la seconda che invece da anni è evidenziata da esperienze come quella del Centro di aiuto allo studio PORTOFRANCO è che il recupero si fa solo attraverso un rapporto personale, attraverso un insegnante che si coinvolge con uno studente e sollecita l’impegno della sua libertà. Invece si è pensato di aiutare gli studenti a recuperare le loro carenze, prescindendo dalla responsabilità dell’insegnante e dalla libertà dello studente, è stato questo che ha messo fuori gioco la scuola italiana, è stato affidare ad un meccanismo ciò che invece è della libertà, di insegnare, di imparare. Se si vogliono aiutare gli studenti ad affrontare le difficoltà che incontrano nello studio, bisogna sollecitare la mossa della loro libertà, e lo può un insegnante che entra in classe per giocare la sfida a questo livello, a livello della libertà. Per questo che la Mastrocola chieda a chi si sta candidando a governare il paese di pronunciarsi sui recuperi è la giusta conclusione del suo articolo. Che ci dicano i candidati alle prossime elezioni che cosa intendono fare del decreto Fioroni, così sapremo se andare a votare per una scuola in cui saranno i meccanismi a far diventare gli studenti migliori oppure quella in cui la forza di un insegnante sarà la sua umanità e saper puntare sulla libertà di ogni suo studente! Che ce lo dicano…
(Gianni Mereghetti)
(foto:imagoeconomica)