La politica non si fa solo con i partiti.
È quanto emerge dalle interviste pubblicate da ilsussidiario.net ai responsabili delle principali fondazioni di cultura politica.
Quale sia il ruolo di queste fondazioni e quale debba essere la relazione con i partiti è ciò che si domandano i principali organi di stampa in questo ultimo periodo.
Tuttavia, il fenomeno delle fondazioni di cultura politica nasce in tempi non sospetti e – gli interventi lo evidenziano con grande determinazione – questi enti manifestano una precisa identità e chiarezza di scopi.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, nel suo discorso alla Camera, ha ribadito la propria disponibilità al dialogo, proponendo l’avvento di un bipolarismo mite di cui da tempo si avvertiva la necessità.
“La sfida va portata sui contenuti e richiede di sfidare corporazioni e privilegi” ha dichiarato con fermezza Massimo D’Alema nella sua intervista al Corriere della Sera (mercoledì 14 maggio).
Il ruolo delle fondazioni di cultura politica è proprio quello di elaborare contenuti, di realizzare ricerche, di alimentare dibattiti ed approfondimenti, fino a consegnare alla politica il frutto di questa elaborazione. Un ruolo differente da quello dei partiti e non sovrapponibile.
La sfida sui contenuti oggi è necessaria. Su numerosi temi le fondazioni sono pronte a dare il loro contributo. È il caso del sistema dell’istruzione, dell’università e della ricerca; del federalismo fiscale e delle riforme istituzionali; il tema del lavoro e della formazione professionale. Sul tema del non profit, con particolare riferimento alla stabilizzazione del 5×1000 ed alla definizione di ente non commerciale, alcune di queste fondazioni hanno già elaborato proposte dettagliate, condivise da entrambi gli schieramenti all’interno dell’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà.
“Dare spessore scientifico alla riflessione” (Alex Voglino), realizzare la formazione delle classi dirigenti dei partiti – incalzano Stefano Fassina ed Andrea Peruzy. Questo è ciò che le fondazioni possono offrire alla politica ed al Paese. Alla politica il “semplice” compito di riconoscere e favorire lo sviluppo di queste realtà, consentendo loro di poter operare con libertà ed in regimi fiscali non più ostili.
Insomma, la politica non si fa solo con i partiti. Con un’unica avvertenza, per i partiti così come per le fondazioni di cultura politica: la linfa è nel rapporto con la società, con l’esperienza reale del Paese. Senza questo rapporto e questo giudizio, anche la miglior intenzione finisce per essere vana, quando non dannosa.