Chiedono di multare le auto in seconda fila e di non avere pietà con chi parcheggia sulle strisce pedonali o sugli scivoli per le carrozzine. Si lamentano della sporcizia dei giardini, delle cacche dei cani negli spazi per il gioco dei bambini, e del fatto che nessuno sanzioni gli incivili.
Protestano contro il degrado della città, le scritte sui muri, le buche nelle strade, la mancanza di decoro, i marciapiedi sporchi. Sono incavolati e forse di più. Si arrabbiano per l’addizionale comunale che triplica e i servizi che né migliorano né aumentano. Ce l’hanno con i vigili che non si vedono mai quando servono, con gli schiamazzi notturni, con la mancanza di cura della città, con le file alla Usl, con i troppi dipendenti comunali, con i posti agli asili nido che non ci sono.



E di che stiamo parlando, della città più brutta del mondo? Forse del luogo meno vivibile in Italia, della realizzazione pratica del malgoverno di una metropoli? No, stiamo solo resocontando di quanto si legge sui forum del sito del Comune di Sesto San Giovanni, dove i cittadini internettari grazie al servizio on line gentilmente messo a disposizione dall’amministrazione comunale – unico comune in Italia ad avere una piazza di dibattito virtuale aperta al confronto – possono dire la loro sui problemi della città.



I soliti pazzi, si dirà, i soliti mai contenti e sempre pronti ad attaccare la giunta in carica – da sempre di sinistra – dando sfogo alle proprie frustrazioni sociali, economiche e politiche. O magari interessati ad alimentare gli sfoghi e la rabbia popolare per scalzare i “rossi” dal governo dell’ex Stalingrado e lasciare spazio ad un futuro di destra. Il punto è che non sembra essere così. La cosa veramente interessante dei forum del Comune di Sesto è la dialettica che si instaura tra cittadini e amministrazione locale, specchio perfetto della crisi del centrosinistra nel rapporto con gli elettori.



Se veramente qualcuno nel Pd avesse ancora intenzione di approfondire le ragioni della recente sconfitta elettorale dovrebbe provare a consultare per un attimo questa grande piazza virtuale dell’ex Stalingrado d’Italia, l’ex città operaia, dove di veri ricchi non ce ne sono ancora oggi e dove anche qui la Lega ha fatto il suo inaspettato botto.

Inaspettato mica tanto, in realtà. La gente – quella che scrive almeno – chiede decoro, tolleranza zero contro chi sporca e deturpa il bene pubblico, qualità della vita, migliorie concrete, pratiche e molto pragmatiche. E le risposte? Quando arrivano sembrano giungere da Marte o, peggio, da una inviolabile torre d’avorio dove ancora l’ideologia regna sovrana e dove chi governa non ha bisogno di consigli perché sa già da tempo di che cosa necessita la gente, e se il popolo questo non lo capisce allora è indiscutibilmente bue.
Perché certo, siamo tutti uguali, ma qualcuno è più uguale di altri e per diritto naturale governa e amministra. Già, l’Amministrazione Comunale che tutto sa, tutto organizza, tutto può e deve gestire e quando lo fa non può che farlo al meglio. Mica diciamo balle, forse siamo solo un po’ cattivi, innamorati della sussidiarietà-questa-sconosciuta e convinti che gli umani vivano anche di desideri.

Ma questo emerge. Leggere per credere. Uno chiede più posti agli asili, e loro rispondono che fanno già tutto il possibile e che di più non si può, punto e basta, che sono nella media nazionale e che solo il Comune garantisce qualità. Uno domanda perché aumentano le tasse e loro argomentano che i governi riducono da anni gli stanziamenti e i “servizi” vanno mantenuti. Uno chiede di tagliare gli sprechi e loro spiegano che di sprechi non ce ne sono perché… perché è impossibile. Uno si lamenta che non si vedono vigili e loro mica dicono che li manderanno in giro, no, non rispondono neanche. Uno chiede di multare chi sporca i giardini e loro dicono che il Comune distribuisce le palette per i cani e che volete di più?

È un assalto di gente che chiede piccole ma grandi cose, di stare un po’ meglio, mica poi tanto, e loro come se vivessero altrove rispondono: meglio di così? Un caso di studio.