«Avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo. Esso è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione». Papa Benedetto XVI interviene all’assemblea della Cei, nello stesso giorno in cui viene data notizia ufficiale che riceverà il prossimo 6 giugno il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Commenta in modo positivo l’attuale clima politico, e ritorna sulle fondamentali questioni che stanno a cuore alla Chiesa: vita, famiglia, libertà di educazione.



Lo scenario politico è secondo il Papa positivo, e si colloca in una generale volontà del Paese di impegnarsi per la crescita: «È diffuso – commenta papa Ratzinger – il desiderio di riprendere il cammino, di affrontare e risolvere insieme almeno i problemi più urgenti e più gravi, di dare avvio a una nuova stagione di crescita economica ma anche civile e morale». A questo si aggiunge poi il richiamo a sfruttare la positività della situazione, in modo tempestivo.



Il Papa rilancia poi i grandi temi: la tutela della vita in tutte le sue forme e la promozione della famiglia. Per Benedetto XVI l’impegno della Chiesa deve esserci «in ogni momento e condizione, dal concepimento e dalla fase embrionale alle situazioni di malattia e di sofferenza e fino alla morte naturale». Per quanto riguarda la famiglia «deve affermarsi una cultura favorevole, e non ostile, alla famiglia e alla vita».
E infine la scuola. «In uno Stato democratico non sembra giustificarsi l’esclusione di un adeguato sostegno all’impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico». E la prospettiva del discorso del Papa non è il semplice sostegno alla scuola cattolica, ma il miglioramento della qualità del sistema di istruzione per tutti. Per Benedetto XVI il supporto a chi è impegnato nell’inziativa scolastica gioverebbe «alla qualità dell’insegnamento». Per il pontefice, è infatti «legittimo domandarsi se non gioverebbe alla qualità dell’insegnamento lo stimolante confronto tra centri formativi diversi suscitati, nel rispetto dei programmi ministeriali validi per tutti, da forze popolari multiple, preoccupate di interpretare le scelte educative delle singole famiglie». «Tutto – aggiunge – lascia pensare che un simile confronto non mancherebbe di produrre effetti benefici».
Questo è indispensabile per far fronte a quella che il Papa chiama ancora una volta «emergenza educativa»: «quando – ha detto il Papa – in una società e in una cultura segnate da un relativismo pervasivo e non di rado aggressivo, sembrano venir meno le certezze basilari, i valori e le speranze che danno un senso alla vita, si diffonde facilmente, tra i genitori come tra gli insegnanti, la tentazione di rinunciare al proprio compito

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