Roma – Il giorno della presentazione al Senato del testo della cosidetta norma “blocca-processi”, che sospende per un anno i processi per reati meno gravi, il premier Silvio Berlusconi ha inviato una lettera al presidente del Senato, Renato Schifani, riguardo al tema dell’emendamento dei relatori al decreto sicurezza, e l’ha resa pubblica. Una lettera molto dura in cui il Premier replica alle critiche dell’opposizione sul pacchetto sicurezza e in un secondo tempo lancia una “controffensiva” alle toghe di sinistra con cui ha ancora dei conti in sospeso. Berlusconi, nel testo diffuso da palazzo Chigi, spiega che è «indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione per la loro durata in carica. Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale». Così il premier conferma anche l’intenzione del Governo di dare vita ad un provvedimento che ricalchi il cosiddetto “lodo Schifani”. «Proporrò al Consiglio dei ministri – afferma – di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto». Riferendosi poi al processo di Milano che vede imputati per corruzione in atti giudiziari lui e l’avvocato inglese David Mills scrive: «I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Preso visione della situazione processuale e ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria». A questo punto il presidente Berlusconi annuncia che «proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare». La ricusazione sarà rivolta, conferma all’Agi Niccolò Ghedini, deputato Pdl e avvocato del premier, nei confronti di Elisabetta Gandus, presidente della decima sezione penale del Tribunale di Milano. «Secondo l’opposizione – continua la lettera di Berlusconi al presidente del Senato – l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività, non dovrebbe essere approvato solo perchè si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto».



Gli emendamenti – Uno dei due emendamenti, presentati lunedì mattina dai relatori di maggioranza Carlo Vizzini e Filippo Berselli al decreto sicurezza, propone la sospensione per un anno dei processi penali per fatti commessi fino al 30 giugno 2002 e riguardanti delitti di non rilevante gravità, cioè con pene detentive inferiori ai 10 anni in svolgimento e compresi tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado. I due testi, se approvati, aprirebbero di fatto la strada allo slittamento del processo milanese Berlusconi-Mills che vede coinvolto il presidente del Consiglio.



Le critiche – La presentazione degli emendamenti ha provocato una vera e propria bufera politica: l’Associazione Nazionale dei Magistrati afferma che oltre all’esigenza di tutelare la sicurezza, «bisogna anche tutelate le legittime aspettative delle persone offese che chiedono giustizia per reati che vengono considerati subalterni ad altri».

Walter Veltroni, leader del Pd, esprime la sua posizione contraria molto chiaramente: «In questi giorni si decide il futuro di questa legislatura: se il comportamento (di governo e maggioranza, ndr) rimane come quello delle ultime settimane, cioè una sequenza di incidenti assolutamente eccessivi ed inaccettabili, il clima non potrà che cambiare». Critica il primo mese di azione del governo in particolare le scelte che riguardano «il decreto su Retequattro, le uscite della Lega sull’Europa, le intercettazioni e l’intenzione di inserire il lodo Schifani nel decreto sicurezza». Parla di «normette introdotte di nascosto» e si oppone duramente alle scelte del governo riguardo al «il decreto su Retequattro, le uscite della Lega sull’Europa, le intercettazioni e l’intenzione di inserire il lodo Schifani neldecreto sicurezza».



Antonio Di Pietro cavalca il cavallo di battaglia contro Berlusconi: «Il presidente del Consiglio – scrive sul suo blog – non ha tempo per gli italiani, per le vere emergenze del Paese. Il suo tempo lo dedica esclusivamente ai problemi personali, alle pendenze giudiziarie (dal processo Mills alla vicenda delle intercettazioni con Saccà), alla difesa ad oltranza delle concessioni pubbliche che gli consentono di trasmettere Rete4 e di incassare gli introiti pubblicitari attraverso Publitalia. Berlusconi non ha tempo per occuparsi degli italiani, è troppo occupato, anzi pre-occupato per le sue vicende private». E aggiunge senza mezzi termini: «Berlusconi è allergico alla giustizia. La sua non è certamente un’uscita estemporanea, infatti prima provoca per cercare la reazione e poi trova il pretesto per ricusare il giudice naturale. Non è la prima volta che in prossimità del processo usa questa tattica. Berlusconi non conosce lo Stato di diritto e non vuole che sia applicata a sè la legge che vale per tutti i cittadini».

Anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini non si risparmia: «Direi che c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi di antico, direbbe il poeta. Alla luce degli emendamenti presentati in queste ore apparirà chiaro a tutti gli italiani perchè si è preferito fare a meno dell’Udc». «Per quanto ci riguarda – ha spiegato poi – la nostra opposizione sarà sempre responsabile e seria. Mi auguro che il Governo ritiri questi emendamenti anche per non rompere quel clima di collaborazione istituzionale che si è ben avviato tra maggioranza e opposizione».

(foto: imagoeconomica)