Licenziamento dei fannulloni, premi al merito, lotta senza quartiere all’assenteismo, qualità dei servizi, dirigenti-manager, mobilità: sono solo alcune delle novità della rivoluzione Brunetta che il ministro della Funzione Pubblica presenterà oggi in consiglio dei ministri.
Secondo il provvedimento, chi presenterà certificati falsi o timbrerà il cartellino lasciando poi l’ufficio non solo si macchierà del reato di truffa aggravata e potrà essere licenziato, ma si vedrà pure decurtare lo stipendio. Inoltre, il ministero sta lavorando anche per rendere più incisivi i controlli medici durante i periodi di assenza per malattia del dipendente con un ampliamento della fascia oraria delle visite al mattina e al pomeriggio e pure nei giorni di festa. La misura potrebbe essere anticipata nel decreto Tremonti insieme ai tagli di spesa che, secondo indiscrezioni, dovrebbero ammontare nel pubblico impiego a 3 miliardi.
Un lavoro in progress: il governo, infatti, con il provvedimento di oggi chiederà al parlamento la delega ad adottare entro un anno uno o più decreti per riformare il lavoro pubblico.
Lotta all’assenteismo – Obiettivo: abbattere in tre anni i tassi di assenteismo nel settore pubblico per portarli al livello del privato. Chi presenterà certificati medici falsi e attesterà false presenze sarà tenuto all’obbligo al risarcimento del danno patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo di retribuzione nei periodi per i quali sia stata accertata la mancata prestazione.
Mobilità – Per i dipendenti in esubero che rifiutano di spostarsi, l’idea è di introdurre un sistema di rilevamento del personale eccedente «perché non più funzionale alla struttura o perché inutile sotto il profilo della competenza e della professionalità». In quest’ultima ipotesi, sarà collocato a disposizione, percepirà la sola retribuzione di base, sarà riqualificato e riassegnato ad altra amministrazione. Ma in caso di rifiuto, sarà licenziato.