Prima richiesta di fiducia per il quarto governo Berlusconi: oggi infatti a Palazzo Chigi alle 13 si terrà il Consiglio dei Ministri per autorizzare l’apposizione della fiducia sul decreto fiscale all’esame della Camera.
Nel testo sono contenuti, tra gli altri provvedimenti, l’abolizione dell’Ici sulla prima casa e gli sgravi fiscali per gli straordinari.
Ieri a tarda sera nell’aula di Montecitorio era ancora in corso il dibattito generale e si contano circa 500 emendamenti a firma soprattutto di deputati dell’Italia dei Valori e del Pd. Tuttavia il governo punta ad accelerare l’esame del provvedimento ed evitare ostruzionismi.
Per questo nel pomeriggio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito aveva auspicato che l’elevato numero di emendamenti e le decine di iscritti a parlare nella discussione generale di ieri non pregiudicassero un esame sereno del decreto legge. «Durante i lavori in commissione – aveva affermato Vito – non sono emersi particolari motivi di contrapposizione da giustificare atteggiamenti ostruzionistici. Ma è del tutto evidente che, per un corretto confronto in Aula, è necessario che la discussione si svolga su un numero ragionevole di emendamenti e in modo tale da non compromettere la conversione in legge del decreto».
Il tema fiscale è stato uno dei primi su cui si è mosso l’attuale governo: il decreto infatti è stato approvato nel primo Consiglio dei ministri operativo, che si è svolto a Napoli il 21 maggio. Dunque la scadenza è fissata al 20 luglio, ma l’iter è ancora lungo: dopo l’approvazione della Camera il testo dovrà passare anche dal Senato per la conversione in legge.
Il calendario prima delle ferie di agosto risulta particolarmente fitto di appuntamenti: sono da approvare le misure urgenti su giustizia e sicurezza e la manovra di finanza pubblica che anticipa la finanziaria ed è collegata al Dpef. Per il provvedimento sulla finianza pubblica, varato dal Consiglio dei Ministri mercoledì 18, i tempi per la conversione sono stretti, solo poco più di quaranta giorni, visto che il Parlamento ferma l’attività al più tardi nella prima settimana di agosto.



Foto: Imagoeconomica

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