A Zapatero “conviene” Berlusconi. Ha approfittato del loro incontro a Roma, durante il vertice della Fao, per assicurarsi l’immagine di referente della sinistra europea che si allontana dalle misure drastiche in tema di immigrazione. In realtà il presidente del Governo continua da settimane a utilizzare a proprio vantaggio il primo ministro italiano. Le critiche a Berlusconi – che anche il centrodestra spagnolo considera un “buffone” da cui allontanarsi – gli sono servite per guadagnare punti in un ampio settore dell’opinione pubblica. Criticare il Cavaliere in Spagna rende. Per questo De La Vega ha bollato la sua politica migratoria come xenofoba e la giovanissima ministro Aido gli ha consigliato una visita psichiatrica.



Tuttavia Berlusconi incassa bene e si è fatto fotografare sorridente con uno Zapatero che è tornato alla carica: «non mi vedranno annunciare grandi riforme legislative, ma moltiplicare gli aiuti allo sviluppo». Una frase che racchiude parte dell’essenza dello zapaterismo e che nasconde una mancanza di progetto.

Dopo che è stata annunciata al Primo consiglio dei ministri, celebrato a Napoli, una riforma per trasformare in reato l’immigrazione clandestina, non sappiamo come evolverà la situazione. Il primo ministro italiano, facendo infuriare alcuni dei suoi alleati, ha già incominciato a fare delle precisazioni, a correggersi: sembra che alla fine la clandestinità sarà un’aggravante quando si compiranno atti penalmente rilevanti.



Ma questo non importa, perché Zapatero, con uno dei suoi soliti artifici retorici, oppone due realtà complementari per mettersi dalla “parte buona” del gioco manicheo che egli stesso ha creato. Una politica più chiara per l’ingresso degli immigrati e per promuovere l’integrazione non si oppone alla operazione allo sviluppo. In realtà, la miglior cooperazione allo sviluppo, che è una grande cosa, non risolve nessun problema nel breve o nel medio termine.

La presidenza francese dell’Unione Europea, che inizierà a luglio, avrà come priorità di iniziare una politica comune in questo campo. Il segretario di Stato per gli affari europei, Jean-Pierre Jouyet, nel suo recente intervento davanti ai presidenti di commissione del Parlamento europeo ha già annunciato che uno degli obiettivi della presidenza è un patto per l’integrazione e l’asilo. Sarkozy può scommettere su un contratto di integrazione come quello che ha proposto Rajoy nella campagna elettorale e che, secondo alcune informazioni, lo stesso Zapatero sarebbe stato disposto ad accettare. Le iniziative del secondo semestre dell’Unione costringeranno il Governo spagnolo a esporsi. È molto probabile che siano contrastanti con la passività di uno Zapatero che, all’inizio della sua seconda legislatura, non ha proposte chiare.



Nonostante l’arrivo massiccio di immigrati irregolari, in passato la prosperità economica non ha generato problemi sociali e i problemi dell’integrazione sono rimasti coperti. Ma ora la mancanza di lavoro per gli stranieri cambierà molto le cose. Dopo la regolarizzazione straordinaria del 2005, molto criticata dall’Unione europea perché non coordinata, il numero degli immigrati irregolari ha continuato a crescere in modo costante. Secondo le stime del sindacato CCOO, del gennaio 2008, considerate rigorose dagli esperti, la cifra era superiore al milione. Il flusso migratorio non è stato controllato e il deterioramento della situazione economica colpisce, in modo speciale, gli stranieri. L’aumento della disoccupazione tra gli immigrati, secondo i dati registrati dall’INEEM, negli ultimi 12 mesi è arrivata al 67,2% Il nuovo ministro del Lavoro e dell’Immigrazione, Celestino Corbacho, si è presentato il 26 maggio davanti al Congresso per esporre i suoi progetti. L’unica novità è il “ritorno volontario”, anticipato da Zapatero nel suo discorso di investitura. Gli immigrati regolari che si trovano senza lavoro possono ottenere in anticipio l’indennità di disoccupazione se promettono di andarsene. Gli effetti di una misura di questo tipo sono dubbi. I dati di Quota Research hanno posto in luce che il 64% degli immigrati vuole rimanere in Spagna. Corbacho, coe Rubalcaba, l’altro ministro competente in materia, hanno annunciato modifiche della Ley de Extranjeria. Per quel che sappiamo al momento si allungheranno i tempi di permanenza degli immigrati irregolari (attualmente di 40 giorni) per facilitare il loro rimpatrio.

Si tratta di una decisione che ha già preso l’Unione Europea e che è in attesa di ratifica. Nulla di più. Tranne che l’annunciata riforma della Legge Organica sulla libertà religiosa, con cui il Governo vuole “rendere uguali” i trattamenti delle differenti confessioni religiose per relativizzare il valore sociale del cattolicesimo e promuovere il multiculturalismo. Sarebbe una soluzione molto “zapateriana”: mentre Sarkozy promuove un patto degli stranieri con i valori dell’Europa, la Spagna relativizza il valore della tradizione cristiana come elemento di integrazione.

(foto: imagoeconomica)