Una Banca del cibo per le emergenze
Una Banca per il cibo e nessun dogmatismo verso gli Ogm: questa la ricetta del Ministro degli esteri Franco Frattini, esposta nel corso della seconda giornata del summit Fao. «Bisogna pensare ad un meccanismo internazionale per la creazione di scorte strategiche – ha spiegato il Ministro – cui ricorrere in caso di necessità e urgenza. Questa banca funzionerebbe come prestatore di ultima istanza, con il compito di stabilizzare i prezzi agricoli in caso di picchi improvvisi della domanda o in caso di carestie».
Il tema della fame e della denutrizione deve tornare una priorità delle istituzioni internazionali e dei governi. Vari gli aspetti che hanno determinato l’attuale situazione di crisi, dalla governance inefficace del commercio internazionale alle speculazioni, dagli interventi incoerenti, pubblici e privati, alla crescita della domanda. Una serie di fattori che si sono sommati creando una situazione esplosiva «su cui si è abbattuta una crisi finanziaria senza precedenti».
La fame va combattuta con l’impegno e la responsabilità dei paesi industrializzati, e così «la più grande delle disuguaglianze esistenti», sarà a tema anche nel corso del G8 che si svolgerà tra pochi mesi. Secondo Frattini sono essenziali azioni sia a livello europeo che di Nazioni Unite, con aiuti rivolti a tamponare la crisi nel breve periodo (il governo italiano ha aumentato del 50% le risorse rispetto al 2007 arrivando a 186 milioni di euro), mentre lo sforzo a medio-lungo termine deve essere rivolto all’aumento «della produttività dell’agricoltura mondiale attraverso produzione, formazione, infrastrutture e commercializzazione. Settori su cui bisogna agire in maniera coordinata».
Da non trascurare infine i cambiamenti climatici, il cui impatto è forte sul sistema agro-alimentare. I paesi industrializzati devono mantenere gli sforzi volti alla mitigazione dei cambiamenti climatici e i paesi in via di sviluppo «hanno il diritto di continuare a far crescere le loro economie a ritmi tali da consentire di debellare la povertà, ma devono indirizzarsi verso un modello di sviluppo sostenibile, che non replichi gli errori del nostro passato».  Per questo bisogna guardare al futuro e avere spirito d’innovazione, senza arroccarsi su posizioni precostituite. Il riferimento è ai biocarburanti e agli Ogm, verso cui la posizione è spesso «di chiusura dogmatica».



La fame provoca instabilità
La sfida per combattere la crisi alimentare è aperta e dal suo esito dipende la vita di centinaia di milioni di persone. Ban Ki Moon, segretario generale dell’Onu, ha spiegato che «il nostro dovere è agire subito, dobbiamo rendere il sistema internazionale di scambi più efficiente», facendo in modo «che i prezzi del cibo siano ragionevoli». L’auspicio di Ban Ki Moon è che i leader del mondo lascino Roma con la seria intenzione di dare un seguito pratico alle parole, visto che «quella contro la crisi alimentare è una battaglia che non possiamo perdere, il nemico è la fame che provoca rivolte e instabilità». Oggi si pagano anni di trascuratezza del settore agricolo che ora va incentivato e sviluppato.

Aiuto ai piccoli agricoltori
L’attenzione, almeno per i programmi a medio-lungo termine, è focalizzata sul sostegno all’agricoltura nei paesi del Terzo mondo. Questo passa da provvedimenti che supportino i piccoli agricoltori. Su questa linea un patto tra le tre agenzie dell’Onu (Ifad, Fao e Wfp) e l’Agra (Alleanza per la rivoluzione verde in Africa) siglato oggi, tra gli altri, da Kofi Annan, ex segretario generale dell’Onu, ora al vertice dell’Agra, e Jaques Diouf, segretario generale della Fao, che si propone di sviluppare l’agricoltura Africana:«I piccoli agricoltori devono essere sostenuti con informazioni giuste, concimi appropriati, agevolazioni per mettere i prodotti sul mercato – ha spiegato Kofi Annan -, devono avere accesso al credito e disporre di consulenze finanziarie. Oggi sono solo sono piccole donne e piccoli uomini che lottano quotidianamente contro la natura».
Nel frattempo Josette Sheeran, direttore esecutivo del Pam, ha annunciato lo stanziamento di altri 1,2 miliardi dollari (in totale saranno 5 miliardi) destinati ad aiuti alimentari.

Zoellik: l’inflazione si combatte rimuovendo i dazi
Robert Zoellik, presidente della Banca Mondiale, sposta il focus sul commercio internazionale e sulle speculazioni: i dazi e le restrizioni all’export «incoraggiano l’accaparramento di derrate, innescano processi inflattivi e colpiscono i più poveri, che combattono ogni giorno per procurarsi il cibo». Altra azione urgente per aiutare l’agricoltura dei paesi in via di sviluppo è quello di fornire semi, fertilizzanti e input produttivi per quei settori rurali poco sviluppati che possono aumentare di molto la loro produttività.

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