Dopo il lieve incidente verificatosi nella centrale nucleare slovena, gli esponenti del Governo appaiono intenzionati a proseguire sulla strada annunciata della costruzione di centrali in Italia.
«Indietro non si torna. Si deve andare avanti, perché il nostro paese, e il pianeta intero, hanno bisogno di energia», ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola.
A confortare il fronte del sì sono i dati positivi sulla vicenda provenienti dalla centrale, che verrà riaperta martedì prossimo e da cui sono state escluse definitivamente contaminazioni esterne.
Secondo la relazione del sottosegretario all’ambiente Roberto Menia alla commissione Ambiente della Camera, l’emergenza alla centrale è finita già alle 21.30 dello stesso giorno dell’allarme: «Non c’é stata nessuna fuga di materiale radioattivo in ambiente esterno come è stato confermato anche dal ministro dell’Ambiente sloveno durante il Consiglio Europeo dei ministri in Lussemburgo».
Secondo ministri ed esponenti della maggioranza, in definitiva, l’incidente di Krsko deve rassicurare sulla bontà delle procedure di sicurezza, piuttosto che allarmare.
Per Scajola, «l’incidente alla centrale slovena di Krsko indica che gli impianti nucleari possono ovviamente registrare malfunzionamenti come ogni impianto costruito dall’uomo, ma hanno al proprio interno sistemi di sicurezza che consentono di far fronte agli incidenti in modo immediato contenendo le possibili conseguenze». Il ministro ha aggiunto che la centrale di Krsko «viene classificata come centrale nucleare di seconda generazione» e che le «nuove centrali nucleari cosiddette di terza generazione hanno sistemi di sicurezza ancora più evoluti e fanno ampio affidamento su elementi di sicurezza intrinseci che si attivano automaticamente senza richiedere l’intervento degli operatori».
Di parere opposto Ermete Realacci, ministro ombra dell’ambiente, secondo cui «il problema del nucleare non è solo una questione di sicurezza. È la scelta che non funziona: è tutto tranne che una prospettiva luminosa», ma anche Antonio Di Pietro che ha ribadito che «l’Italia dei Valori è contraria allo sviluppo del nucleare di terza generazione e preferisce che si guardi ad altri tipi di energia, come quella eolica». Contrari anche il Wwf e Legambiente. Quest’ultima, per bocca del presidente Vittorio Cogliati Dezza, ha affermato che «gli incidenti si ripetono ciclicamente e quello che è accaduto ieri in Slovenia è l’ennesima dimostrazione che la sicurezza, quando parliamo di nucleare, non è mai certa».
NUCLEARE/ Scajola: si deve andare avanti nella costruzione di centrali
(Foto: Imagoeconomica)