I ministri dell’Energia del G8, d’intesa con Cina, India e Corea del Sud, hanno dato il via libera a un nuovo quadro internazionale per facilitare il risparmio energetico, combattere il cambiamento climatico e, soprattutto, l’impennata dei costi del carburante nel momento in cui il petrolio è a ridosso dei 140 dollari al barile.
Ad Aomori, nel Giappone settentrionale, dove si è tenuto il vertice, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, esprime soddisfazione per le conclusioni raggiunte che impegnano i «nostri Paesi», che da soli pesano per il 65% della domanda di energia e di emissioni di biossido di carbonio nel mondo, «a una politica energetica d’efficienza, utilizzando ogni nuova tecnologia» e assegnano all’energia nucleare un ruolo importante per diversificare il mix energetico e la riduzione
della dipendenza dai combustibili fossili.
Scajola, che annuncia ai colleghi che l’Italia ha cambiato posizione sul nucleare, «opzione sulla quale il nuovo governo italiano ha deciso di investire nel prossimo periodo», osserva pure che l’esecutivo é disponibile ad incontro alle più urgenti difficoltà causate dal caro-energia e dagli elevati prezzi dei carburanti.
Il gruppo degli Undici lancia l’International partnership for energy efficiency cooperation (Ipeec), iniziativa che vuole sviluppare cooperazione e legami internazionali sulle migliori pratiche per «ottimizzare i consumi e l’efficienza energetica», anche nel rapporto pubblico-privato.
Entro il 2010 saranno pronti 20 impianti dimostrativi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, gas alla base dell’effetto serra. È una delle novità del vertice più attese che, con sviluppo tecnologico e taglio dei costi di realizzazione, farà in modo che i Carbon Capture and Storage (Ccs, questo il nome scelto per gli impianti che bloccano e depositano nel sottosuolo le emissioni dannose) possano essere pienamente operativi prima del 2020. Nel corso del vertice, Scajola ha richiamato l’esigenza che il Fondo per le Tecnologie Pulite (Clean Technology Fund), nato su iniziativa di Usa, Giappone e Regno Unito, sia aperto anche al settore privato in modo che non «si limiti a essere un collettore di fondi pubblici, anche perché essi non potrebbero mai essere adeguati alla dimensione del problema».
«C’é un evidente cambio di rotta», commenta il ministro giapponese, Akira Amari, presidente di turno del G8, nel corso della conferenza stampa di chiusura. «La questione energetica e il cambiamento climatico globale sono due facce della stessa medaglia che vanno risolte insieme», aggiunge.
I risultati delle discussioni di Aomori saranno parte rilevante dei temi della riunione dei capi di Stato del G-8 del prossimo mese a Toyako, nell’isola di Hokkaido, mentre l’analisi del caro-greggio sarà all’esame del G8 dei ministri delle Finanze del 13-14 giugno.



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