È approdata ieri alla commissione Affari Costituzionali del Senato la mozione sul conflitto di attribuzione a proposito delle vicende giudiziarie legate al caso di Eluana Englaro. «Il Potere giudiziario – ha detto nella sua relazione il presidente della commissione, Carlo Vizzini – sembra essersi sostituito materialmente al Potere legislativo», in riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione. Una sentenza che, anche secondo il sottosegretario al Ministero del Lavoro Eugenia Roccella, rappresenta una «vera e propria invasione di campo». 



Onorevole Roccella, quali sono nello specifico le motivazioni di questa mozione? 

Questa mozione era stata depositata circa una anno fa, quando c’era stata la sentenza della Cassazione, cui poi si è rifatta la Corte d’Appello di Milano. Quello che si è voluto sottolineare è che c’è stata appunto un’invasione di campo, nel senso che la Cassazione ha agito al posto del Parlamento. 



Ora la mozione approderà all’aula parlamentare: quali saranno le conseguenze? 

Se questa mozione sarà votata, verrà posto di fronte alla Corte Costituzionale il conflitto di competenze, mentre il Parlamento dovrà riprendere il discorso o comunque occuparsi della legge sul testamento biologico. Una legge che rimetta a posto la difficile situazione che ora si è creata.

Cioè?

Il problema è che ora c’è una norma, ed è quella stabilita dalla Cassazione. Per di più c’è una modalità normativa che non era contenuta in nessuno dei progetti di legge, nemmeno nel progetto più radicale: nessuno partiva dall’idea che ci si potesse basare su volontà non certificate, come in questo caso. Noi oggi abbiamo di fatto una normativa; come ha detto anche Rodotà su Repubblica, oggi il vuoto normativo non c’è. Dopo aver detto per tempo che il vuoto normativo c’era. 



D’altra parte si è detto che la Cassazione ha cercato proprio di ovviare al vuoto legislativo su questa materia, colmando quindi una lacuna. 

L’intenzione può anche essere stata quella di colmare un vuoto legislativo, ma innanzitutto bisogna precisare che il vuoto può essere una scelta volontaria del Parlamento. O meglio: il fatto che non ci fosse una legge non giustifica un intervento di tipo invasivo. Il Parlamento infatti può anche decidere che su quella materia non c’è bisogno di una legge. 

Ora invece il Parlamento si trova costretto ad intervenire. 

Certo adesso la situazione è più complicata, perché c’è un’interpretazione fortemente radicale dell’articolo 32 della Costituzione: la libertà di scegliere o abbandonare una terapia viene interpretata in un modo radicale e rischioso. Oggi non c’è un vuoto, c’è anzi un “troppo pieno”. A questo punto bisogna intervenire, questa volta in modo legislativo. 

Non è un’iniziativa eccessiva quella della mozione sul conflitto di competenze? 

Il Parlamento ha sostanzialmente rivendicato le proprie prerogative. La mozione è certo un atto forte, ma non eversivo. Non è un’ulteriore invasione, nell’altro senso rispetto a quello della magistratura: semplicemente si chiede un parere alla Corte Costituzionale. Una procedura molto corretta, all’interno dell’equilibrio dei poteri. 

Il fatto che il caso Eluana approdi in Parlamento può portare con sé il rischio di strumentalizzazioni di una vicenda privata e dolorosa: come scongiurare questo pericolo? 

Nessuno sta entrando nelle questioni private, e tanto meno nelle decisioni del padre di Eluana. Non se n’è fatto una bandiera; se ne fa solo un problema di competenze, e soprattutto di volontà popolare. 

Perché di volontà popolare? 

È proprio qui il livello della questione. Chi decide? Deve decidere il Parlamento, che poi ha le verifica del voto, o la magistratura? Tra l’altro, a proposito di verifica del voto, ricordiamo anche che coloro che hanno proposto le soluzioni più radicali in questa materia sono proprio coloro che sono stati bocciati dal voto popolare: i socialisti, la sinistra radicale etc. Quindi: decide la politica, subendo poi il contraccolpo di quello che decide, in termini di opinione pubblica, oppure decide la magistratura, le cui decisioni non possono essere sottoposte ad alcuna verifica? A queste domande bisogna dare una risposta chiara.

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