Sindaco Tosi, quali sono secondo lei i punti di forza della nuova proposta di Calderoli sul federalismo rispetto a quel che si è detto fino ad ora?

La proposta di Calderoli per il modo in cui è impostata dovrebbe trovare un’ampia convergenza di tutte le parti politiche e di tutte le Regioni. Con un consenso ampio sarà più facile che una riforma così importante possa essere approvata. I suoi punti di forza sono quelli legati al meccanismo fondamentale della sussidiarietà e quelli collegati al federalismo fiscale, che prevede da un lato un meccanismo di solidarietà tra le Regioni affinché anche quelle in difficoltà possano svilupparsi, e dall’altro la garanzia che progressivamente i territori regionali possano mantenere sempre più risorse al loro interno, grazie ad una responsabilizzazione della spesa ai vari livelli. L’obiettivo è che le Regioni siano più responsabili nello spendere le risorse per lo sviluppo senza sprecarle in misure assistenziali e clientelari come molto spesso è stato fatto.



Pare che le istituzioni locali, nella nuova proposta, godano di una certa libertà nella definizione di tributi, che saranno di competenza regionale. Quale margine d’azione lei auspicherebbe per i comuni?

Il rapporto tra Comuni e Regioni è uno degli aspetti che suscitano maggiore dialettica in Parlamento. Il meccanismo più valido sarebbe quello, applicando in maniera corretta il meccanismo della sussidiarietà, di spostare il più possibile le competenze ai livelli decisionali più vicini al cittadino, velocizzando così i tempi delle risposte alle sue esigenze. Ovviamente occorre attribuire le risorse in modo proporzionale alle competenze e alle responsabilità trasferite.



Lei vorrebbe vedere valorizzata ulteriormente l’autonomia regionale? Come?

Dal punto di vista personale sono un federalista convinto; alle Regioni va dato il massimo grado di responsabilità e autonomia per garantire il più alto grado di fiducia e di attaccamento al territorio da parte del cittadino. Questo, ad esempio, succede negli Stati Uniti, dove il federalismo è la base stessa dello Stato. Il federalismo potrebbe comunque essere differenziato in base alla capacità di ogni Regione di gestirsi la propria autonomia: ci sono Regioni italiane con milioni di abitanti, storicamente amministrate in modo irreprensibile, paragonabili per popolazione e peso economico a veri e propri stati nazionali.



Quali cambiamenti concreti porterà il nuovo federalismo per i cittadini? E quali cambiamenti per l’amministrazione comunale?

I vantaggi del federalismo saranno in primo luogo per il cittadino, e avranno riflessi positivi sulle istituzioni. Fino ad oggi le risorse gestite a livello centrale sono state abbondantemente sperperate: con il federalismo si arriverà a spendere bene i soldi dei cittadini, eliminando gli sprechi e, a parità di risorse, assicurando servizi molto migliori. È comunque auspicabile che a fianco ad una riforma federale ci siano una serie di provvedimenti che servano a sburocratizzare il paese da quella selva di norme e procedure utili solo a complicare la vita dei cittadini. In questo modo saranno velocizzate le procedure sia per i cittadini che per il mondo dell’economia e delle imprese che potranno finalmente avere risposte con una tempistica paragonabile a quella di altri paesi occidentali, riducendo nel contempo la spesa pubblica. Questo consentirà uno sviluppo ulteriore del territorio e un aumento degli investimenti che oggi fuggono dal nostro Paese. La Spagna ne è un esempio: era molto più indietro di noi dal punto di vista economico, sburocratizzando il sistema ora ci ha superati.

Il federalismo sarà un vantaggio solo per il Nord, o anche per il Sud?

Oggi abbiamo un paese realmente diviso. Il Sud riceve più risorse del Nord ed è comunque più arretrato e inefficiente perché il Nord è stato gestito in maniera più corretta di gran parte delle Regioni centro-meridionali, dove la classe politica ha spesso privilegiato meccanismi assistenziali e clientelari, danneggiando ulteriormente i residenti del Mezzogiorno. Bisogna aiutare il sud ad arrivare ai livelli qualitativi del nord, eliminando gli sprechi e controllando la spesa. Il sud dal federalismo avrà da guadagnare forse più del nord.

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