«Ho fiducia che il messaggio di fine d’anno per una convergenza sulle riforme possa essere raccolto». Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita oggi alla Fondazione Premio Napoli a Palazzo Reale, è tornato sui temi toccati nel discorso di fine anno.

«Se non avessi ritenuto possibili le convergenze sulle riforme non avrei fatto il discorso di fine d’anno», ha detto il Capo dello Stato, rispondendo alla domanda di un giornalista. «L’ho fatto – ha aggiunto – nella fiducia e nella convinzione che il messaggio possa essere raccolto. Però ho detto, e ripeto, non soltanto dalle forze politiche ma da tutte le componenti della società, perché quello di cui c’é bisogno non è soltanto un impegno possibilmente rinnovato e possibilmente convergente delle forze politiche, ma c’é bisogno di una forte mobilitazione collettiva». «Quindi la società può spingere la politica?», ha chiesto un giornalista. «La società? Meglio che ciascuno faccia e possa fare la sua parte – ha risposto Napolitano – a concorrere ad una reazione vitale, come io l’ho chiamata, nei confronti della crisi che nel 2009 si farà sentire molto».



Sulle possibili affinità tra il suo discorso e quanto detto dal Papa, Napolitano ha risposto: «Con il Pontefice parliamo da tribune diverse ma con un linguaggio necessariamente affine». «Ho visto che qualche giornale – ha aggiunto Napolitano – ha ripreso anche delle affinità tra il messaggio di fine d’anno ed il discorso della cancelliere Merkel, ed il discorso del primo ministro Gordon Brown. Il tema della crisi è centrale in tutti i Paesi europei, come punto di riferimento per l’azione pubblica e anche come punto di riferimento per la società civile».



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