Nonostante la riforma del federalismo sia arrivata anche grazie al confronto tra la Lega e l’opposizione, il dialogo sembra non piacere al Premier Berlusconi. Considerate infatti le sue ultime dichiarazioni in merito («solo a sentire la parola dialogo mi viene l’itterizia»), sorge qualche preoccupazione sul confronto futuro tra i due schieramenti che potrebbe essere importante per un’altra riforma, quella della giustizia. Per capire meglio la portata di queste dichiarazioni, abbiamo chiesto un commento a Stefano Folli, editorialista de Il Sole 24 Ore.



Dottor Folli, che portata hanno e come vanno considerate le dichiarazioni di Berlusconi?

Berlusconi non ama il dialogo in generale, perché lo vede come un elemento che rischia di creargli delle fratture all’interno della maggioranza.

Mi spiego: se sono Bossi o Fini a discutere con l’opposizione, quest’ultima accetta volentieri il confronto. Queste situazioni “spiazzano” Berlusconi e lo obbligano a un lavoro di ricucitura all’interno della maggioranza. Per questo non gradisce il dialogo, perché gli crea grossi problemi all’interno del centrodestra e rischia di creare degli interlocutori per la sinistra diversi da lui. E questo non lo può ammettere.



Non è che il Premier intravvede il rischio di vedersi “scippato” Bossi dall’opposizione?

Berlusconi non ama il dialogo perché per lui vuol dire qualcosa che non può gestire direttamente e che rischia di creare dei rapporti tra il centrosinistra e una parte della sua maggioranza. Che poi si realizzi questo asse Pd-Lega, anche se lo ritengo difficile, non è il punto. Il fatto è che mettersi su questa strada e perseguirla è per lui un grosso problema politico.

Qual è questo problema?

Egli vede un rischio per la leadership e il controllo della maggioranza, anche in vista della formazione del partito unico di centrodestra, e per le prospettive del centrodestra stesso.



Altra cosa sarebbe avere la certezza che è lui a fare gli accordi con il centrosinistra. In ogni caso Berlusconi ritiene che qualunque accordo si raggiunga sia uno svantaggio rispetto a non avere raggiunto nessun accordo, perché ogni accordo comporta un compromesso e questo per lui sarebbe una sconfitta politica. Ecco perché preferisce sempre non dialogare, anche se poi può esservi costretto dagli eventi. Adesso siamo però in una fase in cui sta cercando di evitare il dialogo a ogni costo.

Queste dichiarazioni arrivano proprio nel momento in cui si sta cercando di costruire una piattaforma comune con l’opposizione per la riforma della giustizia…

La giustizia è un tema che desta molta preoccupazione in Berlusconi. Lo preoccupa perché dialogare sulla giustizia significherebbe cambiare il senso dei provvedimenti in maniera meno “punitiva” rispetto ai magistrati. Su questo terreno, in caso di un accordo, di un compromesso con l’opposizione, lui rischia quindi di uscirne sconfitto. Se il centrosinistra votasse insieme alla maggioranza una riforma della giustizia, potrebbe sempre dire che Berlusconi è stato sconfitto. E questo lui non lo vuole.

Nel frattempo però il dialogo ha già portato all’avvio della riforma federalista…

Del federalismo a Berlusconi non importa niente. Gli dà solo fastidio che sia Bossi a discutere con l’opposizione attraverso Calderoli. Questo perché vede con sospetto tutto quello che si muove fuori dalla sua diretta portata. Ma per lui il federalismo non è motivo di grande interesse.