Giancarlo Gentilini, lo «sceriffo» di Treviso, non potra più parlare a comizi politici.
Il Tribunale di Venezia lo ha condannato per aver usato parole troppo forti contro gli immigrati e contro la possibilità di aprire moschee in Italia. Gentilini aveva detto la sua dal palco del raduno della Lega di Venezia nel 2008 e ne era seguita una denuncia con l’accusa di istigazione al razzismo.
Il Tribunale di Venezia ha accolto la tesi dell’accusa condannando Gentilini a 4 mila euro di multa e sospensione per tre anni dai pubblici comizi.
Il difensore di Gentilini, avvocato Luca Ravagnan, ha già annunciato ricorso sostenendo che «non c’era alcuna maliziosità contro le razze ma il sostegno ad idee ben note nel mio assistito finalizzate all’integrazione tra etnie diverse».