Silvio Berlusconi è stato aggredito dopo il comizio in piazza Duomo a Milano. Soltanto qualche giorno fa davano del pazzo a chi intravedeva un clima da guerra civile in Italia, l’aggressione di ieri ha dimostrato inequivocabilmente che la strategia in atto è proprio quella. Lo dimostrano le parole di Antonio Di Pietro subito dopo: «Io non voglio che ci sia mai violenza, ma Berlusconi con i suoi comportamenti e il suo menefreghismo istiga alla violenza».



È esattamente il messaggio che da tempo Di Pietro vuole far passare, è Silvio Berlusconi che istiga alla violenza, quindi eliminiamolo. Tutto ciò che fa e tutto ciò che dice Silvio Berlusconi da quando è entrato in politica è sbagliato a prescindere. In ogni sua azione c’è qualcosa di criminale, di mafioso. Giusto quindi sopprimerlo in nome della democrazia vera. La democrazia dell’odio, della calunnia e dell’intimidazione. Perché Berlusconi è il nemico del popolo.



Dobbiamo prendere coscienza del pericolo al quale sta andando incontro la nostra democrazia. L’aggressione al Presidente aggiunge un nuovo inquietante strumento di lotta politica, uno strumento che pensavamo ormai superato anche dalle frange più estreme dello schieramento politico: lo strumento della violenza, che è storicamente il metodo dell’ideologia.

I responsabili politici dell’aggressione a Berlusconi, così vile e così odiosa, sono noti a tutti. Hanno invocato la piazza e la violenza, e la violenza è arrivata, ma la più grande violenza è la menzogna di coloro che vogliono farci credere che l’anomalia italiana è Berlusconi e non invece i nemici della democrazia che pretendono di incarnare in questo paese il bene e la giustizia e oggi come ieri altro non sono che fanatici o terroristi.



 

 

Il dovere del popolo è ora certamente quello di scendere in piazza, ma contro i violenti e quindi andare in piazza contro l’ingiustizia che si fa tentativo di sovvertire l’esito di elezioni democratiche perché vi sono poteri che hanno una concezione delle istituzioni come padrone, non garanti della vita dei cittadini.
Bisogna manifestare contro l’ideologia, quel fattore che piega la ricerca della verità e del bene comune a un interesse personale che coincide con il raggiungimento del potere con ogni mezzo e quindi anche con l’annientamento della libertà del popolo e della sua volontà, che in una democrazia non può essere in alcun modo messa in discussione.

In questo momento così difficile per la vita del nostro paese l’opportunità di contribuire al bene di tutti passa ancora una volta attraverso la capacità di essere uniti e non lasciarci dividere dall’odio. L’unità si fa sulla verità, se non chiamiamo le cose con il loro nome l’esito è il ripiombare in quegli anni bui che proprio attraverso l’incapacità del riconoscere la violenza e le sue matrici ha reso cupa quella che da molti è stata definita la notte della repubblica.