La giornata di ieri è stata certamente la più convulsa dall’inizio di tutta la vicenda che ruota intorno ad Eluana Englaro. La prima voce della giornata è arrivata da Carlo Alberto De Fanti, il neurologo che ha in cura Eluana: ancora un giorno e sarebbero iniziate le procedure per ridurre l’alimentazione e l’idratazione del 50%, avviando dunque il protocollo che porterà Eluana a morire. La dichiarazione era naturalmente prevista; ma sentirlo dire chiaramente ha creato non poco allarme.
Passa qualche ora, e arriva la notizia clamorosa: la procura della Repubblica di Udine starebbe aprendo un fascicolo per riandare all’origine del problema: è stata accertata veramente la volontà di Eluana? Non si tratta dunque di cavilli, o banali problematiche procedurali: il punto è capire se la sentenza, che ha preteso di stabilire con certezza il volere di Eluana, abbia tenuto conto di tutte le testimonianze utili. Molti sostengono il contrario, e la procura vuole fare chiarezza. Inutile dire che un procedimento di questo genere bloccherebbe sul nascere l’effettiva attuazione di quanto annunciato da De Fanti.
Poi è la volta del governo: sarebbe ormai pronto un decreto d’urgenza per bloccare tutto e chiarire che l’alimentazione e l’idratazione devono essere garantite. Gira anche una bozza del testo del decreto. E i commenti si sprecano: è costituzionale? Il presidente della Repubblica accetterà una decisione di questo genere? Proprio in queste ore si intensificano da più parti le voci di una intensa trattativa tra il premier Berlusconi e il Capo dello Stato Giorgio Napolitano sul decreto “salva-Eluana”.
Alla fine dell’agitata giornata di ieri, il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella prova a tirare le fila di una situazione ancora complicatissima, e del tutto in fieri.
Sottosegretario, ci sarà o non ci sarà questo decreto?
La situazione naturalmente è ancora molto confusa e non si può dire con certezza come si risolverà. Quello che è certo, e che possiamo affermare con assoluta chiarezza, è che il governo è compatto nell’intenzione di fare questo decreto. Una compattezza che è confermata dalle dichiarazioni del ministro Sacconi, il quale ha parlato a nome del governo intero, e ha detto chiaramente che non staremo a guardare.
Eppure sui giornali si ventilava l’ipotesi che ci fossero perplessità proprio da parte del presidente del Consiglio…
Berlusconi è assolutamente convinto che la cosa si debba fare. Questa è la verità. Poi naturalmente ci sono problemi istituzionali con i quali bisogna fare i conti, ed è questo che al momento crea problemi. I motivi dell’esitazione non sono interni al governo.
Quali tempi si prevedono per la soluzione della vicenda del decreto?
I tempi sono molto stretti, perché domani (oggi, ndr) c’è il consiglio dei Ministri, e lì o il decreto arriva o non arriva. Quindi si decide in queste ore.
Prima di parlare del decreto, la notizia che ieri sembrava bloccare la vicenda era quella dell’azione della procura di Udine: com’è la situazione?
Questo è un elemento importantissimo, di cui naturalmente dobbiamo tener conto anche nella discussione sul decreto. La procura della repubblica di Udine ha deciso di intervenire, ha fatto aprire un fascicolo e sta disponendo il sequestro della cartella clinica per fare chiarezza sulla vicenda. Quindi si tratta di un’azione molto importante.
Tutte queste ultimissime vicende, e soprattutto la questione del decreto, come potranno influire sul dibattito relativo al testamento biologico?
Certo la questione del decreto si interseca con quella del dibattito sul testamento biologico: influisce sicuramente, ma per capire come dobbiamo aspettare di vedere come finisce la vicenda. Certo, se il decreto si facesse, allora ci sarebbe la certezza che alimentazione e idratazione non potrebbero essere più toccate. Stiamo a vedere gli sviluppi delle prossime ore.