Violerebbe la Costituzione in almeno due articoli, il 3 e il 32, secondo le osservazioni mosse a Palazzo Madama dall’opposizione, il disegno di legge del governo sul caso Englaro, per lo meno nella sua formulazione approvata dal Consiglio dei ministri e giunta in Senato.

«In attesa dell’approvazione di una completa e organica disciplina legislativa in materia di fine vita – si legge nell’unico articolo del ddl – l’alimentazione e l’idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun modo essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi».



L’obbligo di somministrare l’alimentazione artificiale interesserebbe non le persone non in grado di intendere e di volere, come Eluana, bensì quelle «non in grado di provvedere a se stessi», e cioé per esempio ai disabili che però non hanno perso coscienza e sono in grado di esprimere una volontà.



In questo caso – hanno sottolineato a margine della riunione dei capigruppo Emma Bonino e Anna Finocchiaro – verrebbe violato l’articolo 32 della Costituzione, che nel secondo comma afferma: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

Il secondo articolo della Costituzione che l’opposizione ritiene violato dal testo, sarebbe il numero tre che assicura l’uguaglianza tra tutti i cittadini («Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali»).



Infatti la legge del governo si applicherebbe solo ai disabili, «non in grado di basare a se stessi», creando quindi una discriminazione che violerebbe quindi l’articolo 3 della Costituzione.