Una proposta «scarsamente fattibile», ma «non scandalosa». Così Ignazio La Russa, reggente di An e ministro della Difesa, torna sull’idea del voto ai capigruppo in Parlamento avanzata ieri da Berlusconi.

«Io non la considero per niente scandalosa», dice La Russa, conversando con i giornalisti. «I problemi – spiega – sono sulla fattibilità, ma che possa essere una proposta che non fa scandalo l’ho detto e lo ripeto: già c’è in diversi Paesi europei ed anche in Italia in molte regioni, in commissione, c’e’ qualcosa di simile. I dubbi, ma questo lo sa anche Berlusconi, tant’è che non ha presentato un disegno di legge ma ne ha parlato in un convegno, sono sulla fattibilità e sul fatto che è un po’ estraneo alla nostra cultura politica».



Secondo La Russa, «finora i partiti erano troppi. Si puo’ cominciare a immaginare qualcosa di simile nel momento in cui i partiti sono ridotti di numero. Ecco perché Berlusconi, che ne ha parlato tante volte, ha rilanciato questa idea ora, che almeno le condizioni di base non sono così impossibili come quando i partiti erano tantissimi».



«Ritengo però – aggiunge il ministro – che oggi come oggi la fattibilità sia scarsa, sia che si tratti di una riforma costituzionale, sia che si tratti di una riforma regolamentare, perché in tutti e due i casi ci vogliono maggioranze altamente qualificate, cioè due terzi. E’ una proposta che magari non diventerà realtà, ma che non mi scandalizza – conclude La Russa – e che giudico uno sforzo per rendere più efficienti i nostri lavori parlamentari».

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