Senza alcuna remora occorre oggi individuare strumenti che favoriscano il sostegno alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo.
Tuttavia, la proposta del ministro Tremonti di integrare il “5×1000” con una specifica destinazione all’Abruzzo è particolarmente insidiosa. Il “5×1000” risulta essere oggi un efficace strumento di sostegno libero (secondo la libera scelta del cittadino) alle numerosissime associazioni, fondazioni e realtà di volontariato che operano sul nostro territorio. Le stesse che per prime sono intervenute assieme alla Protezione Civile e che si stanno adoperando sul territorio abruzzese. Parte rilevante di questa attività è favorita proprio dal “5×1000”. L’impianto tecnico funziona e l’Intergruppo è da anni impegnato per la stabilizzazione, oggi incardinata al Senato come frutto di una proposta bipartisan.
Inserire in questo “5×1000” l’opzione per l’Abruzzo mette inevitabilmente in alternativa il sostegno alle realtà non profit e risulta quindi più dannoso che utile, anche in considerazione del tetto massimo di spesa che lo Stato ha preventivato (400 milioni in tutto). Salvaguardando invece ciò che il “5×1000” rappresenta, ovvero la libertà di scelta da parte del cittadino, il ministro Tremonti ha di fronte a sé almeno due possibili alternative: l’istituzione di un nuovo “5×1000” (che per esigenze di bilancio può essere anche un 3 o un 2 per 1000) o meglio la più accentuata deducibilità fiscale per coloro che vorranno sostenere direttamente le popolazioni dell’Abruzzo.
Sarebbe un errore quindi costringere all’alternativa tra il sostegno al non profit e volontariato da una parte e aiuto alle popolazioni terremotate dall’altro.
Maurizio Lupi
Maurizio Gasparri
Vannino Chiti
Ugo Sposetti