Quando il Governo è stato battuto sul decreto che contiene le norme contro la violenza sessuale e non più quelle relative alle ronde, non hanno votato 44 deputati del Pdl e tre della Lega. Sempre del Partito delle libertà risultavano, invece, in missione in 39 e in otto del Carroccio. Per quanto riguarda l’opposizione, nell’Idv hanno disertato il voto in quattro, mentre uno risultava in missione. Per il Pd quelli in missione erano sei e i non partecipanti al voto 38. Sul fronte Udc cinque la assenze e due le missioni.
L’Idv si è associato in extremis alla richiesta di votazione segreta sull’emendamento, avanzata da Udc e Pd e concessa dalla presidenza della Camera in quanto relativo all’articolo 13 della Costituzione. Al momento del voto, mentre tutte le lucine del tabellone di voto si coloravano di azzurro, quelle relative ai banchi dell’Idv diventavano bianche: segno che questi deputati si stavano astenendo. A quel punto, sono iniziate forti contestazioni dai banchi del Pd. In effetti, a votazione aperta qualche deputato dell’Idv ha deciso di passare dall’astensione al voto.
La rabbia dei deputati del Carroccio è davvero evidente. «Almeno 20 persone del Pdl hanno votato con l’opposizione. Non si tratta certo di casi isolati, ma di una scelta politica ben precisa», dice Marco Reguzzoni ai giornalisti. Non appena il governo è andato sotto sul decreto che conteneva la legalizzazione delle ronde, tutti i deputati leghisti sono usciti dall’Aula accusando gli alleati di “tradimento”. Ma la rabbia è evidente anche contro il governo che ha deciso di non mettere la fiducia sul provvedimento che conteneva la legalizzazione delle ronde e che ora affronta la permanenza degli stranieri nei Cie e misure anti-stupro.