IlSussidiario.net è riuscito a raggiungere a Teheran, primo tra i quotidiani italiani, il professor Sadegh Zibakalam, uno dei massimi esperti di scienza politica dell’Iran e del Medioriente. Il professor Zibakalam è un testimone diretto della repressione in atto contro l’opposizione al regime di Ahmadinejad, il Presidente della Repubblica che, già quattro anni fa, ha vinto in modo alquanto dubbio contro l’allora sfidante Rafsanjani. Dopo le elezioni di venerdì scorso, sulle quali anche gravano fortissimi sospetti di brogli, il candidato sconfitto dell’opposizione, il moderato Moussavi, ha iniziato contro la riconferma di Ahmadinejad una protesta non violenta, appoggiata soprattutto dai giovani iraniani che in Iran rappresentano un terzo dell’elettorato.



Professore come sta vivendo queste ore a Teheran?

Sto cercando di mantenere la calma, tutti noi iraniani dobbiamo mantenere la calma, ma mi sento profondamente preso in giro. Il risultato di queste elezioni così attese e che hanno portato moltissime persone al voto, è stato proclamato ufficialmente dal Ministro degli Interni dopo solo due ore dalla chiusura di tutti i seggi, con decine di migliaia di persone ancora in fila fuori dai seggi. Sono molto preoccupato non solo per il risultato elettorale, ma perché ora la divisione tra la popolazione e il governo è enorme e questo non è positivo per il futuro della nazione. Penso che il Capo Supremo avrebbe potuto ordinare una revisione del conteggio dei voti, ma ha avuto fretta di dichiarare Ahmadinejad vincitore e dichiarare finite le elezioni. Proprio questo atteggiamento ha provocato la rabbia e la reazione della maggior parte della gente.



Questa reazione al verdetto finale culminata nelle proteste di piazza a cui stiamo assistendo sta avvenendo solo a Teheran o in tutte le principali città dell’Iran?

Le proteste avvengono in tutte le città iraniane con una straordinaria partecipazione di persone.

Alcuni esperti occidentali sostengono che, sebbene in Iran siano comuni brogli elettorali anche molto pesanti, sarebbe praticamente impossibile falsificare oltre il 20% dei voti. Lei come risponde a queste affermazioni ?

Guardi, se queste elezioni si fossero svolte regolarmente, non solo tra un settimana avremmo assistito a un secondo round tra Ahmadinejad e Moussavi, ma forse Moussavi avrebbe vinto le elezioni al primo turno. La prova che in Iran è stato falsificato il risultato del voto, con un margine di più di 20 punti percentuali, è che la nostra organizzazione elettorale non è in grado di scrutinare più di quaranta milioni di voti in sole due ore. Poi, è vero che i rappresentanti di lista di tutti i candidati vengono ammessi nei seggi elettorali per controllare il regolare spoglio delle schede, ma una volta che i dati vengono trasmessi al ministero degli Interni non c’è più alcuna forma di controllo.



Dunque è plausibile che Ahmadinejad abbia stipulato un accordo pre-elettorale con il Capo Supremo, l’Ayatollah Khamenei, per diventare Presidente della Repubblica al di là del voto popolare?

Se una collusione di questo tipo fosse vera rappresenterebbe la fine della Repubblica islamica dell’Iran. Ciò che è più probabile, invece, è che Ahmadinejad abbia fatto un accordo pre-elettorale col ministro dell’Interno e che il risultato finale sia stato presentato all’Ayatollah Khamenei a giochi fatti. Sebbene il Capo Supremo Khamenei ha sempre appoggiato e difeso Ahmadinejad, anche in queste elezioni, non credo però che si sia esposto personalmente.

Che significato hanno gli arresti domiciliari di Moussavi?

No, no, Moussavi è libero e sta chiedendo alla popolazione di unirsi a lui per una manifestazione pacifica che pare si terrà oggi stesso. Questa storia degli arresti domiciliari di Moussavi è solo una voce.

Come commenta la dichiarazione di ieri di Ahmadinejad che “il dossier nucleare iraniano appartiene al passato” e l’annuncio che il suo governo proporrà uno “studio globale per il disarmo nucleare nel mondo”?

Queste dichiarazioni non verranno rispettate. Vede, ad Ahmadinejad piace molto la demagogia, ama proclamare di sostenere la pace, di lottare contro la corruzione, accusare Rafsanjani e fomentare sospetti contro tanti altri politici emergenti. Usa la propaganda a fini politici per affascinare le masse e, come la propaganda fascista, illude le masse ignoranti di voler sconfiggere la corruzione e la mafia.

Teme un isolamento ancor maggiore dell’Iran dalla comunità internazionale con la proclamazione di questa falsa vittoria?

Se Moussavi e il suo movimento non faranno ulteriore resistenza è probabile che saremo ancor più in difficoltà verso il resto del mondo. Ahmadinejad predica, per meri fini politici, la rivoluzione sciita in tutto il mondo partendo dal Medioriente. Questo vuol dire costruzione di un arsenale atomico per fini militari e il finanziamento a pioggia per milioni di dollari delle cellule di Hezbollah in Libano e di Hamas in Palestina.

Il movimento di Moussavi ha qualche speranza di riuscire a resistere anche nelle prossime settimane?

Sì, non è stata ancora scritta la parola fine su queste elezioni. Per ora non c’è segnale che la protesta di Moussavi e specialmente dei giovani si possa arrestare.

Grazie infinite.

Grazie a voi per la vostra vicinanza.

(Mattia Sorbi)