Goffredo Bettini non sta né con Franceschini né con Bersani, e per la guida del Pd punta su una personalità alla Marchionne, l’Ad della Fiat. ‘Il rinnovamento va fatto nel rispetto di tutti, senza salire su pulpiti immeritati. Il rinnovamento non e’ balzare furbescamente su una nuova storia, negando il passato. Ma fare i conti con la propria storia per fare spazio con drastiche scelte ad un futuro diverso. Altrimenti si finisce per volare, non si sa dove, come un pallone gonfiato’, scrive Bettini in un suo articolo sul Riformista. ‘Ci sono personalita’ nel Pd – continua l’ex braccio destro di Veltroni – che possono interpretare bene queste esigenze. La crisi in Italia pare abbia risvegliato esigenze di misura, di sostanza, di concretezza. Forse e’ finita a destra come a sinistra l’era delle panna montata. Ecco: come nel campo del capitalismo hanno preso un colpo i giocolieri dell’ economia di carta ed emergono figure piu’ solide, cosi’ nel nostro campo dovremmo cercare in quella direzione. Una sorta di Marchionne del Pd, con pochi vessilli del potere e molta voglia di fare’. ‘Oggi – conclude Bettini – serve un leader che riconosca che il progetto del Pd si e’ rotto. Che abbiamo evitato la catastrofe, ma perso in tutte le direzioni; che si deve, con le dovute correzioni, tornare all’ ambizione iniziale. Che per fare questo occorre serieta’, credibilita’, sobrieta’, battaglia culturale e di valori. Sostanza e non improvvisazione. Sapere e non immagine. Non e’ Franceschini, che mi pare troppo il frutto di questo ultimo anno di deriva, piuttosto che una vera carta per il futuro’. ‘Non e’ Bersani. Candidatura di un dirigente che rispetto, di grande serieta’ e talento di governo. Ma – conclude l’esponente Pd – oggettivamente portatore di una visione, per me, troppo tradizionale. Che persino nella sua amata Emilia-Romagna non regge piu’.