«Siamo molto in difficoltà rispetto alle due candidature già scese in campo. Se ci fosse da parte del Lingotto una indicazione esplicita nei miei confronti non avrei problemi a dire di sì». Così il consigliere regionale lombardo del Pd Giuseppe Civati, risponde a una domanda nel corso di “Red-azione estate”, su Red tv.



Interpellato sulle possibilità di un impegno personale nel prossimo congresso di ottobre, Civati non esclude che la scelta possa cadere sul suo nome: «Dal Lingotto abbiamo avuto l’indicazione che è preferibile un terzo candidato, ce lo hanno chiesto tutti. Stiamo lavorando e ragionando su una terza candidatura. In tanti ci chiedono un impegno diretto e personale alla sfida congressuale».



Quanto ai candidati ad oggi in campo, Civati dice: «Franceschini e Bersani mi sembravano entrambi molto nervosi al Lingotto. Li definirei in rodaggio: altri sono stati più applauditi di loro. Hanno detto poco. È stata, la loro, una presenza preoccupata, difficile giudicarli solo da questo». Ma a Franceschini l’esponente del gruppo dei cosiddetti “piombini”, riconosce «da tempo la ricerca di un dialogo nei nostri confronti».

«Per due anni ci hanno preso in giro – conclude Civati – hanno parlato di partito federale e non abbiamo visto niente di tutto questo, hanno parlato di risorse da destinare alla base, ma c’è un rimborso elettorale multimilionario che non si capisce come venga speso, e questo partito ha tutte le tessere in provincia di Napoli, tessere fatte al telefono e vorrei capire come questo sia stato possibile. Il regolamento poi è una vergogna: un accrocchio inverosimile tra congresso e primarie, che terrà aperta una discussione per quattro mesi».