Berlusconi, la crisi e il governo. L’impresa, Draghi, il Papa. Il presidente della Compagnia delle Opere rompe l’operoso silenzio che lo accompagna da mesi e con Libero salta nell’attualità. A pochi giorni dall’inizio delle vacanze in cui si butta la politica per riemergere, il 24 agosto, proprio al Meeting di Cl. Bernhard Scholz, successore di Vittadini e Vignali alla guida della CdO, il “braccio operativo” di Comunione e Liberazione, pesa le parole col bilancino dell’orafo.



Il suo giudizio sul Cavaliere e le escort, a detta di molti ostacolo insormontabile per un cattolico affacciato alla politica, è articolato ma netto: «La coerenza personale, importante e desiderabile, non è il criterio esclusivo per valutare l’azione politica di chi governa. C’è una questione più importante: se la politica lascia libertà alle realtà che lavorano per il bene comune. Per noi uno dei criteri fondamentali è la vicinanza al principio di sussidiarietà».



Nessuna condanna dunque? Basta non avere la pretesa di dirsi santo?

«Qualcuno crede che il bene della società possa essere un frutto generato dallo Stato e dalle istituzioni politiche? La Chiesa e le associazioni, le imprese e le cooperative, le opere di carità e le scuole a che servirebbero? Le gerarchie cattoliche questo lo sanno bene. Noi abbiamo un visione molto laica della politica, rifiutiamo che di essa si faccia una religione o la si utilizzi per definire la vita degli uomini».

Cosa pensa della stampa che insiste sulle gesta di Berlusconi a Palazzo Grazioli?

«Non penso che tutto ciò che è stato scritto sia nato da un vero interesse per la “res publica”, per un confronto sui temi che interessano la vita quotidiana dei cittadini. Ma in fondo: chi è senza peccato scagli la prima pietra…».

Appurato che non è la coerenza, cosa chiedete al governo?

«Una politica che riconosca la centralità della persona come origine e scopo. Nel libro bianco del ministro Sacconi ci sono principi molto importanti: chiedono di essere applicati. Non vogliamo uno Stato che redistribuisca, ma che prenda solo quello che è veramente necessario e lasci il più possibile ai cittadini. Questa è la via maestra per creare lavoro, occupazione e benessere. Serve una detassazione, anche se il debito pubblico la rende difficile. E c’è bisogno del quoziente familiare, di una riforma scolastica e di altre che garantiscano un welfare basato sulla sussidiarietà».

Lei guida un esercito di oltre 30mila la imprese: a che punto siamo della crisi? Come si è mosso il governo? La moratoria del credito alle imprese è valutata positivamente dai vostri soci?

«La moratoria sarebbe un sostegno sostanziale alle nostre imprese, in una situazione difficile per cause a loro esterne, soprattutto nel manifatturiero. Aspettiamo di conoscere i contenuti di questo accordo. Oggi è più che mai importante che banche e imprese collaborino in un rapporto di fiducia: CdO si sta impegnando perché entrambe possano creare le condizioni per una ripresa. Il governo finora si è mosso bene: ha reagito in modo flessibile. L’allargamento della cassa integrazione alle aziende con meno di 15 dipendenti ha permesso a tanti di non licenziare. Lo sconto fiscale per gli investimenti industriali, così come lo sconto sul reinvestimento nel capitale aziendale e il piano casa sono segnali importanti. Le promesse sui pagamenti più rapidi del’amministrazione pubblica però vanno mantenute e la semplificazione burocratica deve procedere con più velocità. La riforma ormai improrogabile del processo civile consentirebbe alle imprese di ottenere ciò che spetta loro senza attendere cinque o sei anni».

Crisi a parte, che voti dà al governo? Cosa le sta più a cuore?

«L’introduzione del federalismo fiscale sottolinea la responsabilità dei territori. E il G8 ha comunicato un`immagine molto positiva del nostro Paese. Mi auguro che il ministro Gelmini prosegua con il suo dialogo aperto sul futuro di scuola e università. E chiediamo che i risparmi della riforma delle pensioni vadano alle famiglie».

Potrete chiederlo ai ministri in visita al Meeting: che edizione sarà?

«Il titolo del Meeting è, significativamente, “La conoscenza è sempre un avvenimento”. Nei suoi 30 anni, il principale scopo della rassegna è stato approfondire la conoscenza e “allargare la ragione”, come suggerisce Benedetto XVI, che anche nell`ultima enciclica scrive: “Ogni nostra conoscenza, anche la più semplice, è sempre un piccolo prodigio, perché non si spiega mai completamente con gli strumenti materiali che adoperiamo”. La nostra storia provala connessione profonda tra tutti i temi trattati, dall`economia alla scienza, dallo spettacolo alla politica: sono legati dal grande desiderio dell’uomo di conoscere se stesso, il mondo, la vita e quello che chiamano Dio»

C’è Mario Draghi, uno non proprio affine alla storia culturale di Cl…

«Cerchiamo il dialogo con chi è interessato al bene comune. Draghi è persona di grande competenza e onestà intellettuale, con una sensibilità particolare per le questioni dell’educazione e dello sviluppo. Siamo molto contenti della sua partecipazione».

Eppure pare impossibile, per un “ciellino”, aspirare a posizioni di rilievo oltre un certo livello, sia al governo sia in Europa. Perché?

«Mario Mauro si è messo al servizio dell’Europa senza focalizzarsi sul ruolo, all’interno di accordi dove l’Italia pesava meno. Chi fa parte di Cl non è interessato né a un’egemonia culturale o politica né ai ruoli, ma alla possibilità di contribuire nel modo più efficace possibile al bene comune. Se c’è la chance di una funzione importante, sarebbe sbagliato rifiutarla. Ma né politica porta la salvezza, né il ruolo politico dà la felicità alla persona. La questione è l’assunzione di una responsabilità personale nelle diverse circostanze, siano esse la politica o l’impresa»

(Pubblicato da Libero il 26 luglio 2009)